C’è tanta disperazione nelle parole di Umberto Romano, trofarellese disoccupato molto impegnato nel volontariato. Una disperazione dettata da anni di disoccupazione e da una realtà che oggi lo prende alla gola. Da qualche settimana il comune gli ha intimato di non svolgere più la propria opera di volontariato in mezzo alla strada, spazzando marciapiedi e angoli di piazze. Troppo pericoloso lavorare in mezzo alla strada e troppo rischioso per l’amministrazione comunale nel caso in accadesse qualcosa. «Eppure per me si trattava di una cosa di importanza vitale – spiega Umberto Romano – Questo intervento di volontariato mi permetteva in primo luogo di tenermi fuori dalla depressione, occupando il mio tempo, ed in seconda battuta di raggranellare qual che spicciolo. Lo stare in mezzo alla strada mi permetteva di avere dei contatti. Vedendomi la gente mi chiede magari di spazzargli il cortile, tagliargli l’erba o fargli qualche piccolo lavoretto. Oggi tutto questo non è più possibile. Non è colpa del sindaco ma del sistema. Capisco le motivazioni dell’amministrazione. Non voglio certo mettere nei guai il primo cittadino. Resta il fatto che un uomo come me non ha nessuna possibilità di portare una pagnotta a casa. Troppo vecchio per essere assunto, troppo giovane per prendere una pensione. Ed ora, troppo non so cosa per poter portare a casa una mancia e tenermi lontano dagli antidepressivi. Sono stanco e ho proprio bisogno che qualcuno mi aiuti. Il governo si deve prendere le proprie responsabilità. Chi ha fatto queste nuove leggi che impediscono di fare questa attività di volontariato? Una volta c’erano i cantieri di lavoro, cui potevi aspirare per avere un poco di ossigeno. Oggi neanche più quelli e noi, persone senza lavoro, siamo sempre più disperati. È il sistema che è sbagliato. È il sistema che va cambiato. Speriamo».
Roberto D’Uva