
BELVEDERE - In casa sono in sette. Due genitori e 5 figli che vanno dai 22 anni ai 3. Due lavori part time precari ed un alloggio Atc di una settantina di metri quadri. I ragazzi, due femmine e tre maschi dormono tutti insieme in una stanzetta ci circa 9 metri quadri al secondo piano di un palazzo Atc di via Belvedere. Per andare a dormire si scavalcano e si arrampicano sui due letti a castello. «Non c’è lo spazio per mettere neanche la scaletta» commenta Roberta Di Tavi. «Abbiamo cambiato la casa già una volta quando eravamo in quattro. Dal 2007 siamo in questo alloggio, ma la famiglia, da allora, è cresciuta di tre componenti ed è diventata troppo piccola. Abbiamo quindi chiesto di fare un cambio alloggio per ottenere una dimora con una camera in più che si sarebbe liberata nella palazzina proprio di fronte alla nostra. Così siamo andati in Comune a chiedere di poterci trasferire in quell’appartamento di circa 80 metri quadri. L’Atc ci ha proposto di partecipare ad un bando mirato o di provare l’opzione del cambio alloggio, tramite accordo con il nucleo famigliare disponibile a cambiare casa. Ci abbiamo provato ma nulla di fatto. Così la settimana scorsa siamo andati in comune a chiedere un appartamento più idoneo alle nostre esigenze. C’è qualcosa di poco chiaro in questa storia» continua la Di Tavi. Una parola dopo l’altra la discussione si è trasformata in una litigata con l’intervento di polizia municipale e carabinieri. «Ora attendiamo che ci accolga il sindaco, che in un primo momento ci aveva dato appuntamento a giovedì per poi cancellarlo. Ci hanno parlato di un alloggio del comune oltre la stazione, vicino alla sede della Croce Rossa. Sarebbe una soluzione che potrebbe aiutarci. Abbiamo anche un avvocato che ci sta seguendo perché i motivi per cui chiediamo una casa più consona alle nostre esigenze sono gravi». Il sindaco Visca è categorico. «L’assegnazione degli alloggi viene fatto attraverso graduatorie che rispondono a regolamenti che devono essere rispettati. Non possiamo fare altro che rispettare la legge. Riceverò la famiglia e spiegherò questa cosa e la mia volontà di aiutarli, purché nel rispetto del regolamento Atc per l’assegnazione degli alloggi popolari».