
CENTRO – Disperate per l’impegno che le ha coinvolte in questi ultimi tre mesi, essendosi fatte carico dell’accudimento della famiglia e dei figli e terrorizzate per il rischio che a settembre la scuola riparta con la didattica a distanza, un gruppo di mamme trofarellesi ha creato, con Change.org, una raccolta firme online per invitare il ministero a fare di tutto per riaprire le scuole in autunno. «Dalle notizie diffuse a mezzo stampa e social appare evidente l’intenzione della Ministra dell’Istruzione, previo stanziamento di risorse ad hoc, di alternare la presenza a scuola degli alunni (questo per i ragazzi più grandi) implementando la didattica a distanza intervenendo sulle tecnologie e sull’edilizia scolastica. Per i più piccoli, invece, si ambisce ‘all’apertura della scuola al territorio’ – esordisce l’avvocato Stefania Grazini che ha redatto il testo della petizione su Change.Org – Nello specifico la Ministra vorrebbe sfruttare i parchi, ville, teatri, spazi di associazioni e realtà che collaborano già con le scuole.
Seppur la stessa Ministra affermi che tali modalità non vogliono far perdere di vista gli obiettivi educativi e sia finalizzata ad una nuova concezione di scuola oltre i confini degli tradizionali edifici scolastici, non offre dei chiarimenti sulle modalità e garanzie sull’efficacia di tale metodo.
La Ministra, inoltre, afferma che partiranno i cantieri sulle scuole, ma non ci è dato sapere quanti e quali fondi saranno stanziati per il miglioramento dell’edilizia scolastica.
Inoltre, non tiene conto che, attualmente, la normativa del codice degli appalti, complessa e cavillosa non consentirebbe un immediato intervento sugli immobili scolastici. La Ministra Azzolina dice di battersi contro le classi pollaio, ma non da lumi circa l’assunzione di nuovo personale docente, se non con accenno ad un concorso straordinario dedicato esclusivamente alla classe docente per gli Istituti superiori.
Eppure questa appare l’unica soluzione seria ed efficace per ovviare il problema che esiste innegabilmente anche nella Scuola Primaria e nella Scuola dell’Infanzia.
Bisognerebbe improntare uno studio serio per valutare l’opportunità di regolarizzare tutti i precari, ma anche di assumere nuovo personale, proponendo una nuova proporzione numero alunni insegnanti.
Occorrerebbe non escludere dagli interventi le risorse per assumere personale specializzato di sostegno a quelle categorie di bambini e ragazzi che hanno diverse abilità.
Su questo nessuna parola è stata proferita.
La Ministra della Scuola non tiene conto delle enormi fatiche richieste, da una parte ai docenti e dall’altra alle famiglie che sono state caricate dell’onere di sostituirsi alla scuola tra le mura domestiche, illudendosi, così come il Presidente del Consiglio dei Ministri, che la didattica a distanza ha prodotto degli ottimi risultati. I docenti si sono ritrovati nella condizione di dover ‘inventare’ un nuovo modo di insegnare tramite i mezzi tecnologici senza aver avuto una giusta ed adeguata formazione. Si sono dovuti adoperare con mezzi propri così come le famiglie casi per interagire a distanza con i propri allievi. Dall’altra i genitori (madri, padri, madri single, padri single), almeno quelli che un lavoro lo hanno ancora, hanno dovuto coniugare lo smart-working con tutte le esigenze e le necessità che una vita agli ‘arresti domiciliari’ (spesa, preparazione del pranzo e della cena, difficoltà economiche derivanti dalla perdita di lavoro o dalla messa in cassa integrazione) e in più sono stati delegati dallo Stato a seguire i propri figli nei compiti. Non si deve dimenticare che non tutte le famiglie possono avere gli stessi strumenti, sia in termini culturali che tecnologici. La Ministra non tiene affatto conto della difficoltà incontrata dai genitori nel dover gestire più figli in età scolari diverse e senza aiuti esterni per i figli di più tenera età (dai 0 ai 6 anni) per i quali nessun supporto è stato offerto in termini di assistenza e supporto.
I bambini sono diventati i nuovi ‘invisibili’ agli occhi dello Stato. Gli sono state negate le passeggiate in sicurezza, sono state negate le passeggiate ai bambini autistici, gli sono stato negato l’affetto dei nonni. Nessuna parola è stata proferita in considerazione delle sofferenze psichiche dei bambini in questo periodo e è stato negato loro qualsiasi tipo di sostegno.
I bambini sono il nostro avvenire.
Abbiamo ricordato il valore del nostro passato simboleggiato nelle generazioni che sono state le più colpite dal Covid-19, ma lo Stato ha completamente dimenticato di occuparsi quello che sarà il nostro futur».

«La scuola è l’unica attività che non ha vuto data e modalità precise di avvio – commenta Cinzia Bracone – Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione. Non si può levare questo diritto. Occorre trovare delle soluzioni adatte. I bimbi devono tornare a scuola. Sono a rischio la preparazione e la loro salute psichica. La scuola a settembre deve ripartire, altrimenti ne risulterebbe danneggiata anche l’economia». «C’è poi il problema dei genitori stranieri che non sono in grado di aiutare i loro figli con la grammatica – spiega Migena Krasniqi – I bimbi sono distratti da quello che accade attorno a loro in casa. Non si può pensare di continuare così. Vergognosa la situazione che si è venuta a creare». La petizione può essere firmata digitando l’indirizzo: http://chng.it/W8nG4YJZ.