I circoli: grandi assenti nel programma ristori del governo

CENTRO – Enti e circoli restano a bocca asciutta e non percepiscono alcun aiuto dal decreto ristori. Realtà sociali che fanno cultura o assistenza o aggregazione che però non sono stati tenuti in considerazione dal governo per gli aiuti con i contributi a fondo perduto. Tra i grandi esclusi c’è il Peocio, circolo culturale Arci alla cui guida, dalla sua nascita c’è Tony Scantamburlo. «A differenza dei bar che hanno preso i soldi però sono stati chiusi noi non possiamo aprire neanche adesso che hanno riaperto i bar. Sta capitando la stessa cosa che è capitata l’altra volta, con il primo lockdown. Siamo considerati come italiani di serie b – esordisce Scantamburlo che con il suo Peocio porta artisti internazionali del rock a suonare in città da 25 anni – Come tutti i circoli anche il Peocio è stato fatto riaprire il 3 giugno invece che il 22 maggio quando è stata data l’autorizzazione alla riapertura a tutte le attività ristoratrici. I vari bar che si lamentano hanno preso tutti quanti il contributo ossia il bonus della regione. Automaticamente è stato dato in questo secondo lockdown. Quindi per fare un po’ di chiarezza ci sono dei bar che hanno guadagnato più a stare chiusi che a stare aperti. A noi invece non c’è stato dato proprio niente né nel primo e neanche nel secondo lockdown. Almeno per ora non abbiamo visto niente. Sarebbe bello che oltre a menzionare l’Arci quando facciamo cultura o attività di aiuti con le altre associazioni si ricordassero di noi anche con un aiuto economico. Noi abbiamo le stesse spese degli esercizi di ristorazione – conclude Scantamburlo nel suo accorato appello – Abbiamo partita IVA, scontrino fiscale e cassa collegata direttamente con l’agenzia delle entrate».

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