Il trofarellese Peiretti al Salone del libro per parlare di bullismo e diversità

CENTRO – Sabato 16 ottobre al Salone del Libro si è parlato di Bullismo e Diversità insieme a Stefano Peiretti, autore di #CrediInTe, Luca Trapanese e Maria Catrambone. Si è partito da questo libro per trattare un tema delicato come questo, moderato da Massimiliano Sciullo, giornalista di Torino Oggi. Un tema dedicato principalmente alle scuole, ai ragazzi e alle famiglie.
«Il bullismo è un circolo vizioso. Si parte dalle prese in giro e da battute apparentemente superficiali, scambiate tra coetanei, che finiscono in un vortice difficile da gestire e arginare, sfociando in discriminazione, emarginazione e violenza. La scuola è uno dei veicoli principali in cui questo pericoloso fenomeno sociale si manifesta, ma non è il luogo dove tutto ha inizio. Purtroppo si prende consapevolezza del fenomeno solo quando quando succede il fatto irreversibile. È importante che il docente sia un punto di riferimento del gruppo classe, una persona di fiducia per i nostri ragazzi. Se non siamo in grado di diventare quel punto di riferimento per i nostri studenti abbiamo fallito come insegnanti» esordisce Peiretti.
Luca Trapanese, papà della piccola Alba e presidente dell’associazione A ruota libera Onlus, ha dedicato il suo primo intervento a parlare di cura della malattia chiamata bullismo e non alla sua sconfitta. Per Trapanese è importante rieducare i nostri giovani, far passar loro il concetto della diversità e della disabilità come punti di forza della nostra società perché tutti siamo diversi e imperfetti.
E così anche Maria, la mamma di Michele Ruffino, suicida a causa del bullismo e presidente della Miky Boys afferma che «la scuola e le famiglie si dovrebbero impegnare a costruire una rete sociale per creare relazioni sane»,
Peiretti continua: «È necessario insegnare ai nostri bambini e ragazzi i valori del rispetto e della diversità, educarli all”empatia, soprattutto in questa società che è alimentata dalle scene televisive nelle quali vince chi alza la voce, chi è più forte e chi discrimina. Bisogna educare all’uso consapevole dei media, del web, dei social network e della messaggistica istantanea. Il futuro sono i nostri ragazzi, i responsabili siamo noi. Facciamo un esame di coscienza sul nostro essere adulti».

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