Sulle strade del Cammino di Santiago

CENTRO – Il cammino di Santiago declinato in portoghese quello di due famiglie trofarellesi. Una vacanza alternativa per Daniela Coggiola e Carlo Gilardi, con i figli Filippo (15 anni), Federico (13 anni) e Riccardo (9 anni) e Sara Senese con il marito Marco Fava ed i figli Federico (13 anni) e Luca (10 anni). Hanno scelto il percorso che, in territorio Portoghese, costeggia l’oceano Atlantico. «Si tratta della Senda Litoral che è un cammino che parte da Porto e sale verso nord a ridosso del litorale Portoghese, affacciandosi sull’oceano – esordisce nel proprio racconto Daniela Coggiola che insieme a Sara Senese ha studiato tappe e pernottamenti – Un percorso di circa 280 chilometri». Com’è nata l’idea di fare il Cammino? «Diremmo che è stata una casualità – spiega Sara Senese – Ci siamo incontrate con le famiglie io e Daniela nel periodo del lockdown. Ci conosciamo da una vita ma non c’eravamo mai frequentate e questo rappresentava un altro punto interrogativo. Un giorno mi ha chiesto delle informazioni sulle nostra precedenti in Croazia ed al termine di una lunga passeggiata in cui abbiamo parlato di tutto tranne che di Corazia è saltato fuori il comune desiderio di intraprendere questo viaggio a Santiago. Accesa la lampadina il sogno nel cassetto è stato tirato fuori e così abbiamo iniziato a programmare. Non volevo neanche forzare, dal punto di vista familiare e quindi era rimasto un desiderio latente. Vedere l’entusiasmo di Daniela ci ha portato a spingere su questo progetto. I mariti, santi uomini, ci hanno seguito e così siamo partiti. Abbiamo organizzato ogni tappa e nel frattempo ci siamo informati su cosa effetiivamente fosse il Cammino di Santiago, andando a scegliere quella che poteva essere effettivamente il percorso che più si addiceva alle nostre famiglie con i ragazzi. Il percorso costeggia l’Oceano ed è tutto in pianura. L’abbiamo costruito pian piano perché dubbi, perplessità e difficoltà non sono nancarte neanche durante l’organizzazione». «Prese le Compostele a Torino, il giorno prima di partire è venuta un po’ di ansia a tutti. Alla fine è stato tutto bellissimo – interviene Daniela – Partenza da Milano ed arrivo a Porto il 14 agosto per un arrivo a Santiago il 26 agosto. Le tappe, dalla lunghezza compresa tra i 20 ed i 30 chilometri giornaliera. Una media di 25 Km al giorno». Non sono mancate le disavventure. «Certo – puntualizza Sara – Arrivati in aeroporto a mio marito Marco hanno perso ilo zaino che aveva pesato e vagliato ogni maglietta, studiando ogni cosa da portare. Così detto addio al suo zaino ha fatto tutto il viaggio con uno zainetto, comprato dai cingalesi e due magliette. Siamo stati molto fortunati perché non ha mai piovuto ed anche il caldo era mitigato da una piacevole brezza che ci permetteva di camminare sotto il sole senza grandi patimenti». La Senda Litoral è bellissima perché cammini su queste passerelle di legno. Il percorso soprattutto nel primo tratto non è particolarmente affollato da pellegrini che aumentano nel momento in cui ti avvicini a Santiago. I nostri ragazzi erano soprannominati i “pellegrini col pallone” perché non perdevano un’occasione per poter tirare due calci al pallone dopo o durante il percorso che stavamo coprendo o che avevamo appena terminato». «Certo giocavamo sempre: avevamo il pallone attaccato allo zaino – racconta Luca Fava con gli occhi che gli brillano per il ricordo di questa bellissima esperienza – Anche se durante il percorso si era un po’ rovinato ci ha tenuto tanta compagnia così come ci hanno tenuto compagnia i giochi inventati per ammazzare il tempo durante la camminata o le invenzioni dei nostri genitori per trascorrere la serata tutte le altre cose che ci distraggono di solito». «L’ultimo giorno il pallone c’è finito in un dirupo e non siamo riusciti più a recuperarlo» interviene Riccardo Gilardi. C’è stato un momento in cui vi siete pentiti di essere sul Cammino di Santiago? «Quella volta che abbiamo pranzato con mandorle, cetrioli e meloni dopo aver fatto circa 27 chilometri. I giorni passavano comunque, anche quelli con tante difficoltà, magari con un passatempo. La cosa più bella è stata certamente il gruppo. Il Cammino ti fa scoprire l’essenzialità delle cose ed il fatto che non bisogna mollare e che le cose importanti tengono poco spazio, la condivisione di tutto. Credo che questa cosa sia stata capita anche dai ragazzi. Una pasta al pesto o una brioche comprata in panetteria – commenta Daniela – Nonostante la fatica il camminare ti permette di riflettere e caricarti. Abbandonare la frenesia che ci portiamo nella routine quotidiana». L’emozione più grande? «L’arrivo in Cattedrale e poi anche Finisterre avvolta dalla nebbia. Una nebbia che ci ha lasciato la voglia di vedere il panorama e che ci ha acceso un desiderio:Tornare a Santiago e vedere Finisterre con il sole».

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