
CENTRO — Il progetto di un enorme campo fotovoltaico su terreni agricoli alle porte della città preoccupa amministrazione, agricoltori e cittadini. La zona individuata, circa 80 ettari tra la linea ferroviaria Torino-Savona, la zona industriale e la pista da motocross, è finita sotto osservazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, con l’obiettivo di installarvi un impianto per rendere energeticamente autonoma la rete ferroviaria.
Il sindaco Stefano Napoletano è netto: «Non ci volevamo credere, quando abbiamo visto quell’enorme zona rossa che sarà oggetto di indagine da parte del Gruppo Ferrovie dello Stato siamo rimasti letteralmente senza fiato: 80 ettari di terreno agricolo su cui far insediare un campo fotovoltaico. Non ci stiamo. L’indipendenza energetica non vale di più dell’indipendenza alimentare. Otto agosto il termine finale per fornire una serie di informazioni».
Nel corso di giugno e luglio si sono moltiplicate le segnalazioni da parte degli agricoltori, preoccupati per alcune richieste sospette: informazioni su proprietà private, accessi per carotaggi e altri rilievi. L’Amministrazione ha organizzato un incontro in Comune, mobilitando le aziende agricole e coinvolgendo la sezione Coldiretti di Torino. Il fronte comune è chiaro: «Non si vende, la terra è essenziale alle aziende agricole per poter sopravvivere» prosegue il sindaco.
Il 24 luglio si è tenuto un primo confronto con ITALFERR, durante il quale RFI ha confermato la volontà di realizzare l’impianto. La cabina di allaccio sarebbe prevista proprio a Trofarello.
«Ci è stato anticipato che serviranno ulteriori indagini e che l’area potrebbe essere meno di quella oggetto di indagine. Ma non abbiamo nulla di certo. Abbiamo richiesto un nuovo tracciato con il dimensionamento effettivo di quello che si vorrebbe realizzare, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto niente. Le informazioni certe in nostro possesso sono state date al Consiglio Comunale. Incontreremo nuovamente RFI la prossima settimana. Temiamo che si possa arrivare all’esproprio delle terre qualora non si trovi una soluzione alternativa, ci è stato riferito che l’intervento è un’opera pubblica di interesse nazionale con un iter agevolato e semplificato».

Il punto, per l’Amministrazione, è la tutela del tessuto agricolo e dell’identità del territorio:
«Non condividiamo che venga utilizzato terreno agricolo fertile, di quelle dimensioni, per installare pannelli fotovoltaici. Lavoreremo, come stiamo facendo, per contrastare o limitare fortemente l’intervento. Non saranno dei pannelli fotovoltaici a beneficiare del nostro commercio locale, non frequenteranno le nostre scuole, non produrranno reddito e ricchezza da investire sul nostro territorio. Non verranno creati posti di lavoro. Sarà, invece, un campo fotovoltaico la scure per diverse aziende agricole di Trofarello che vedranno il loro futuro, ahimè, compromesso».
L’assessore all’agricoltura Giuseppe Scaglia rincara la dose: «Qualora si dovesse realizzare un impianto fotovoltaico di quelle dimensioni sarebbe la fine di molte piccole aziende agricole e di un’intera generazione di agricoltori. Ci sono sempre meno terre da coltivare, oggi sussiste un equilibrio tra il mondo agricolo e l’industria che vogliamo preservare. Siamo preoccupati per il domani. Gli agricoltori non venderanno le proprie terre. Ci sono terre pregiate ed altre meno, ci si può concentrare su queste ultime».
Sul fronte urbanistico, l’assessore Maurizio Tomeo evidenzia un ulteriore elemento di criticità:
«Il terreno in questione, quasi 80 ettari, è in larga parte in area denominata “classe III”, pericolosità geologica da media ad elevata, aree inidonee all’utilizzazione urbanistica, sottoclasse IIA aree inedificate. Per le aree in sottoclasse IIIA, il Piano Regolatore prevede che siano inserite nel Piano di Protezione Civile Comunale, a tutela della pubblica e privata incolumità. Vige un precetto di inedificabilità assoluta. Offriremo altre aree come alternative, aree già compromesse! Sappiamo che la normativa nazionale agevola iniziative di questo tipo e non sarà facile. Abbiamo il compito di dirigere lo sviluppo urbanistico della città».
Il messaggio del Sindaco è chiaro e definitivo: «Non accetteremo mai che un’area di quelle dimensioni possa diventare altro che agricoltura. Stiamo lavorando ad una nostra proposta».
L’8 agosto è la data chiave. La cittadinanza attende risposte.




