Di Vizio: «Ecco perché mi sono dimesso»

Leonardo Di Vizio non ha più cariche pubbliche, si è dimesso da consigliere e si è ritirato a vita privata. Ma ancora lo fermano per strada per chiedergli il perché delle sue dimissioni. In una intervista racconta la sua storia di uomo che ha chiuso con la politica.

«Le mie dimissioni nascono dallo sconforto di non vedere mantenuta la promessa fatta in commissione sociale dal sindaco e dall’assessore al sociale sul Progetto Sociale Comunale presentato da Proposta. Il Progetto prevedeva la creazione di un fondo di garanzia per i morosi incolpevoli, per chi rimane senza lavoro e quindi senza reddito e non riesce a pagare gli affitti e un ulteriore fondo per acquisti di generi alimentari per le famiglie bisognose – esordisce Di Vizio –

A fronte del voto favorevole in commissione e di parole di apprezzamento da parte di sindaco e assessore in consiglio comunale tutta la maggioranza ha espresso un voto contrario alla proposta, in quel momento ho perso la fiducia nel sindaco e la sua amministrazione. Il rapporto tra i consiglieri e l’istituzione si basa sul principio di fiducia, se si fanno delle dichiarazioni non possono venire rimangiate senza opportune motivazioni, il confronto tra le parti se pur aspro nel merito deve sempre essere improntato sulla stima e fiducia reciproca, in particolar modo da chi è a capo dell’amministrazione. Da quel momento in poi qualsiasi confronto o azione sarebbe stata minata dalla mancanza di fiducia nei confronti del sindaco e considerato che si trattava di azioni sociali volte a mitigare situazioni di disagio ho ritenuto grave l’atteggiamento della maggioranza, in particolare il ripensamento di sindaco e assessore al sociale, fino al punto di farmi decidere che non potevo più svolgere il mio mandato in modo sereno – continua l’ex consigliere di Proposta – Anche l’atteggiamento tenuto in seno all’Unione dei Comuni ha rafforzato la mia convinzione che le tematiche sociali vengano strumentalizzate per fare della politica “sporca” senza tenere in dovuta considerazione che le misure prese o negate vanno a condizionare la vita di chi già si trova in difficoltà. Questa amministrazione dice di non avere i soldi per pagare 64 mila euro per azioni sociali ma trova sempre le risorse per avvocati e spese di progettazione».

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