Un sindaco donna a Trofarello?

Francesca Ferrero: un volto nuovo scombina equilibri consolidati

Avvocato di spicco nel Bresciano, dove ha abitato per anni, torna a vivere in città e, a sorpresa, si candida a capo di una lista tutta composta da tecnici

CENTRO – Manca ancora più di un anno alle elezioni. Di norma troppo tempo perché si riesca anche solo ad intuire quali saranno gli attori della futura battaglia politica. Vuoi per incertezza sui candidati, vuoi per calcolo, le bocche sono cucite.

In questo panorama irrompe inaspettata una nuova protagonista, che non solo propone la sua candidatura con sicurezza e decisione, ma ha già in tasca una squadra formata, un programma definito – ma aperto a nuove proposte – e tanta voglia di farsi conoscere.

L’abbiamo dunque incontrata, pieni di curiosità, per farle alcune domande.

Francesca, ci racconta qualcosa di lei?

Francesca«Mi chiamo Francesca Ferrero, ho 45 anni e sono avvocato. Ho vissuto a Trofarello dalla nascita fino all’età di 10 anni. Poi, per motivi legati all’attività di famiglia, ci siamo trasferiti a Brescia. La nostra cittadina mi è sempre rimasta nel cuore. Un primo rientro nel periodo dell’Università, che ho frequentato a Torino, abitando qui a Trofarello. Poi di nuovo a Brescia, dove ho vissuto a lungo, fino, appunto, all’anno scorso. Non appena un’opportunità lavorativa mi ha permesso di ritornare nei luoghi della mia infanzia e giovinezza l’ho colta con grande gioia».

Un legame emotivo forte, dunque, con Trofarello. Ma da questo all’intenzione di candidarsi alla guida del Comune il passo è lungo. Ci spiega come è maturata questa decisione?

«Non è strano come potrebbe sembrare ad un primo esame. Per me amministrare significa mettere a disposizione della comunità le proprie capacità. Come dicevo, sono un avvocato, e nell’ambito della mia professione ho sempre avuto a che fare con la pubblica amministrazione. Ho collaborato a lungo con amministratori locali nel Bresciano, in qualità di consulente. Ho quindi un bagaglio formativo specifico. Tornata in questa cittadina, che amo così tanto, ho ritenuto di poter dare il mio contributo, quasi un dovere di riconoscenza verso questa che sento come la mia unica vera casa».

Per presentarsi alle elezioni occorrono una lista ed un programma. Dove pensa di poter reperire collaboratori? Cosa ci può anticipare del programma? E come mai questa scelta di rendere visibile la sua candidatura in tempi che molti definirebbero prematuri?

«Lista e programma non sono un problema, è tutto pronto. Che senso avrebbe presentarmi in assenza di uno o dell’altro? I passaggi sono stati semplicemente dettati dalla logica e dalla mia visione dell’impegno amministrativo – e sottolineo amministrativo, in antitesi a politico. Quando ho incominciato ad immaginare di candidarmi, per prima cosa ho lavorato sulla squadra. Avevo in mente requisiti precisi. I miei collaboratori dovevano essere tecnici, professionisti in grado di portare la propria esperienza professionale al servizio comune, mai prestati alla politica, disponibili a lavorare molto e gratis. Chi si candida con me sa già che dovrà rinunciare a tutti gli emolumenti previsti. Ho cercato volontari disposti a mettersi a servizio, non colleghi di cordata elettorale – e prosegue – ho quindi contattato una serie di professionisti sul territorio, proponendo la mia idea. L’architetto specializzato in lavori pubblici, una persona operante da sempre nel sociale, un’altra addentro al mondo scolastico e così via. Ci siamo confrontati su idee ed approccio, ed in breve la squadra è stata formata. Da lì alla stesura di un programma il passo è stato breve. Ciò non toglie che nelle serate di presentazione, che inizieremo da subito ad organizzare, per proporci e per farci conoscere, saremo ben lieti di apportare quelle integrazioni che i cittadini vorranno sottoporci. Siamo assolutamente aperti al dialogo. L’aiuto della cittadinanza non è solo gradito, è fortemente richiesto. Questo valga anche come risposta alla terza domanda. Non trovo nulla di prematuro nel venire allo scoperto ora. Vogliamo farci conoscere, ascoltare, discutere. Quando verrà il momento del voto chi ci voterà, e anche chi deciderà di non votarci, avrà in mano tutti gli elementi per decidere con consapevolezza»

A suo parere, come sarà accolta la sua candidatura dalla gente e dagli avversari?

«Il riscontro della gente mi auguro sarà positivo nel merito. Nell’anno impegnato a costruire questo progetto ho commissionato una serie di sondaggi. È emersa una forte voglia di cambiamento nell’elettorato. Adesso sta a noi essere all’altezza delle aspettative. Quanto agli avversari, che dire? Non mi piace il termine. L’impegno amministrativo è servizio, non una gara o peggio una guerra. Mi auguro che gli altri candidati condividano con me questa visione».

La sensazione, parlando con la Ferrero, è quella di avere davanti una persona propositiva e decisa. Nei modi e nei termini emerge fortemente l’avvocato che è in lei. Riuscirà con le sue arringhe ad incantare la città?

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