Arriva il Diacono De Martino

DeMartino1Domenica 15 novembre, alle 15,30 il trofarellese Paolo De Martino sarà ordinato diacono in Duomo dall’Arcivescovo di Torino. Sabato 21 alle ore 18.00 per la prima volta assisterà don Sergio nella sua prima Messa come Diacono. Insegnante di religione, genitore, presidente del Consiglio d’Istituto, De Martino è personaggio molto conosciuto in città. Lo abbiamo incontrato per una breve intervista tra un esercizio spirituale ed una riunione di preparazione a questo importante traguardo della sua vita.

Paolo De Martino, un traguardo importante il Diaconato. Ci racconta un po’ la sua storia? Da quando è arrivato a Trofarello ai giorni nostri

«Nella mia città di origine, Salerno, ho trascorso i miei primi diciotto anni. Adesso ne ho quarantaquattro. Sin da piccolo ho frequentato ogni giorno l’oratorio salesiano. Certamente Don Bosco ha rappresentato e rappresenta una presenza significativa nella mia famiglia e nella mia vita. E’ Don Bosco che mi ha fatto gustare la presenza di Dio, tanto che anni fa ho compreso che non potevo più tenerla tutta per me, ma dovevo donarla agli altri. Nella Parrocchia di Trofarello ho conosciuto Valeria che è diventata mia moglie. Nella vita insieme con lei, 16 anni, Dio ci ha benedetti donandoci due figli meravigliosi: Chiara (14 anni) e Samuele (7 anni). Sono passati un po’ di anni da quando nel 2009 presi la decisione di iniziare il cammino verso il Diaconato. Ricordo ancora come se fosse ieri il primo giorno trascorso con i miei compagni. Con mia moglie, scegliemmo di verificare se quello che sentivo nel cuore fosse davvero la volontà di Dio. Affronto tutto questo con grande gioia e trepidazione. Gioia perché da molto desideravo questo momento e trepidazione perché sono consapevole della mia inadeguatezza di fronte a ciò cui sono stato chiamato. Se il Signore mi ha pensato in questo progetto, non ho che da dire il mio ”sì”».

Cosa l’ha spinta a intraprendere questa strada?

Non c’è una ragione particolare. So soltanto che Gesù Cristo è il migliore amico che ho e che quando un vero amico ti chiama è impossibile non rispondere. Nell’amicizia, tutto si completa. La scelta del diaconato per me è la scelta del tutto e l’abbandono del nulla».

Cosa pensa la sua famiglia di questa scelta? Partecipa alla sua avventura?

«La vocazione al diaconato s’innesta su quella matrimoniale che è precedente. Il diacono permanente rimane quindi sempre sposo e padre. Ciò comporta che il primo ambito di esercizio del ministero è la famiglia, nella quale è chiamato a vivere in maniera esemplare le due vocazioni. Ovviamente tutta la mia famiglia è stata coinvolta durante i cinque anni di preparazione. Io credo che, pur con le fatiche che si sperimentano, i diaconi sposati testimoniano che il ministero fa bene anche al matrimonio. E’ vero, toglie tempo, ma con mia moglie abbiamo sperimentato che la relazione coniugale ci guadagna in qualità. Il matrimonio poi dà al ministero un senso di concretezza e di attenzione alla vita quotidiana, che poi si riflette positivamente nello stile delle relazioni pastorali».

Ha già ricevuto degli incarichi per il suo diaconato?

«Come ministro ordinato svolgerò i compiti che il Vescovo o il Parroco riterranno opportuno affidarmi, tenuto conto anche delle necessità che la vita familiare e professionale comportano. Tra qualche giorno saprò dove sarò destinato, ma nel frattempo mi è stato già chiesto (insieme a mia moglie) di entrare nel coordinamento dello SFOP (Servizio Formazione Operatori Pastorali) che prepara i Coordinatori dei vari ambiti pastorali della Diocesi di Torino».

Ci racconta qualcosa dell’appuntamento dell’ordinazione e della festa che si svolgerà il 21?

«Sarò ordinato diacono Domenica 15 novembre, alle 15,30 in Duomo dall’Arcivescovo di Torino insieme con altri sette miei compagni. Sabato 21 alle ore 18.00 per la prima volta assisterò don Sergio nella Messa come Diacono. Terminata la celebrazione, tutta la comunità è invitata a far festa in Oratorio per dire grazie a Dio di questo dono che non è per me ma per tutta la comunità trofarellese».

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