In viaggio verso la terra che trema

CENTRO  – E’ partito venerdì mattina all’alba il trofarellese Norberto Grinza, volontario della protezione civile, quasi veterano dell’ultima emergenza terremoto che ha colpito il centro Italia e che non accenna a dare tregua. La sua nuova dstinazione, in forse fino all’ultimo momento, è stata Savelli, piccola frazione del comune di Norcia, dove tre mesi fa la protezione civile del Piemonte ha installato un blocco cucina da 400 pasti l’ora, tensostrutture riscaldate  ed altro ancora. La partecipazione a questa ultima missione è stata in forse fino all’ultimo momento. «Perchè chi fa il volontario in protezione civile lo sa. Devi essere pronto in pochissimo tempo quando ti chiamano. Devi avere l’autorizzazione della tua azienda, devi essere in pace con la tua famiglia. Sono giorni che sottrai all’affetto dei tuoi cari. Ma lo fai volentieri per questa grande voglia di aiutare gli altri» esordisce Norberto. E’ la seconda volta che Norberto si reca nelle città sconquassate del centro Italia. L’operaio trofarellese con la passione per la protezione civile era stato a Pieve Torina, dal 19 al 26 novembre. Una lunga esperienza in protezione civile con i suoi sedici anni  di volontariato. La sua specializzazione è la logistica. Durante il suo viagggio di novembre si era occupato di  trasporto e montaggio di tende. Città lo intervista mentre sta preparando i bagagli tramite l’applicazione per cellulare WhatsApp e, sempre grazie a questo strumento, Norberto ci tiene informati su come sta andando il suo lavoro a Savelli di Norcia. Norberto è emozionato per la partenza nonostante non sia un novellino a questo genere di esperienze. Un altro gruppo piemontese andrà a Pieve Torina, dove  Grinza è stato nel corso della precedente missione. Esattamente di cosa si occupa? «Sono volontario nel gruppo trasmissioni di pc di Moncalieri. Operatore radio presso sala tlc della Protezione Civile regione del Piemonte. Volontario fir-cb. A fine febbraio inizierò i corsi per i moduli regionali europei per specializzarmi». Ma cosa mette nel suo zaino un volontario di protezione civile?  «I cambi per 10 giorni. 2 divise. I famosi dispositivi di protezione individuale come il casco, i guanti, le scarpe  antiinfortunistiche, una torcia con le pile, una borsa per primo soccorso. Ed ancora un coltellino multiuso, gli accessori per il cellulare, una divisa cerata, gli anfibi, una bussola ed un attrezzo per la localizzazione gps. Poi naturalmente l’occorrente per l’igiene intima. Il tutto avvolto in sacchi neri dell’immondizia nello zaino e nel borsone». Perché? «Un retaggio del servizio militare. Si sigilla tutto in questo modo così si protegge il contenuto dall’umidità e anche se si bagnano zaino e borse, il contenuto resta asciutto e caldo». Si mette subito al lavoro Norberto e di sera si concede una passeggiata tra i ruderi di Savelli dove anche i gatti sentono il bisogno di tornare alla normalità e farsi fare due coccole. E per i volontari della protezione civile c’è attenzione anche per loro. Rientrerà domenica Norberto con un nuovo carico di umanità da trasmettere ai suoi concittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *