Approvata la mozione di Proposta sulla scuola di gomma avanzata dall’associazione Un ponte per Gaza

CENTRO – Il comitato “Un ponte per Gaza” aveva lanciato alle forze politiche presenti sul territorio la richiesta di presentare una mozione al Consiglio Comunale per sostenere il villaggio di di Khan Al Ahmar e la sua scuola di gomme a rischio di demolizione.
«Tale richiesta era stata accolta dal gruppo consiliare Proposta che l’aveva presentata l’8 novembre 2018. La mozione, che ha ricevuto accoglienza, è stata successivamente approvata a maggioranza il 29 novembre scorso data in cui ricorreva la giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese (ricorrenza annuale promossa dall’Onu per non dimenticare).
Il comitato desidera ringraziare la consigliera Emilia Tiso e tutti coloro che hanno, con la loro firma, permesso l’approvazione di questo documento che testimonia, al di là di ogni simbolo partitico, la presenza di solidarietà e sensibilità indispensabili per una convivenza civile.
Perché il sostegno a questa scuola così lontana da noi? Perché crediamo che il diritto allo studio vada difeso sempre e ovunque. E’ il diritto al futuro, negarlo equivale a negare il futuro – spiegano i portavoce di Un ponte per Gaza – La scuola di gomme è una piccola scuola di fango e copertoni frequentata da quasi duecento bambini della comunità beduina che abita il deserto della Cisgiordania palestinese, tra Gerusalemme E st e Gerico occupata da Israele nel 1967. E’ una scuola primaria che ospita otto classi.
La Scuola di gomme è stata realizzata dalla Ong Vento di Terra nell’estate del 2009 ed è divenuta un simbolo del diritto all’istruzione e della tutela dei diritti della popolazione beduina in un’area segnata da esponenziale espansione degli insediamenti israeliani. Si tratta di una struttura senza fondamenta, realizzata con pneumatici usati, progettata dallo studio Arcò di Milano. Dalla sua fondazione è sotto ordine di demolizione da parte del governo israeliano che vuole attuare in progetto un trasferimento forzato delle comunità beduine- La scuola infatti si trova nel “Corridoio E1”, dove il governo israeliano intende completare il muro di separazione, dividendo di fatto ciò che resta della Palestina in due tronconi.
Da un punto di vista legale la demolizione e ricostruzione della scuola costituirebbero una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Ricordiamo la IV Convenzione di Ginevra, e in particolare gli art. 49 e art. 53 che vietano alla potenza occupante trasferimenti forzati della popolazione civile e demolizioni”.
Sono stati lanciati appelli e petizioni per la tutela dei diritti umani fondamentali, in particolare dei minori, che hanno prodotto la sospensione della demolizione. Un risultato accolto con gioia anche se la sospensione è solo temporanea. Se non fosse giunta una risposta così forte dal mondo occidentale questa scuola non esisterebbe più in barba a tutte le convenzioni (peraltro tutte totalmente ignorate dal governo israeliano). Un successo – continuano i portavoce di Un ponte per Gaza – Nel mese di luglio scorso è stata inoltrata, sempre dal nostro comitato “un ponte per Gaza”, alla consigliera Artesio della lista civica Torino in Comune, una mozione in cui veniva richiesto l’embargo militare nei confronti di Israele e l’apertura di un canale a sostegno degli ospedali di Gaza. Bene, anche questa mozione è stata approvata il 9/7.
Sono piccoli passi. Certo ancora lontani dal risolvere la ”questione palestinese” . Noi crediamo però che possano aiutare a mantenere desta l’attenzione, a controinformare, a dare voce ad un popolo che voce non ha. Un popolo che ha perso tutto, tranne la loro dignità».

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