La centenaria nonna Pierina racconta la sua vita “in rosa”

CENTRO – C’è una ospite speciale alla casa di riposo Trisoglio. Una ospite che il 9 novembre festeggerà 100 anni. Pierina Ambrogio è trofarellese d’adozione. Una fonte diretta della storia essendo nata il 9 novembre del 1919. Nata in campagna a Castellino Tanaro, in provincia di Cuneo, comune insignito della Medaglia di bronzo al valor militare che si distinse durante la lotta partigiana per la resistenza alle truppe tedesche tanto da meritare l’appellativo di “Comune e popolo ribelle”. E quella indomita voglia di vivere e di libertà sono rimaste ben presenti nella sua figlia del ‘19, Pierina Ambrogio. «Lavoravo la campagna con i miei, portavo le pecore al pascolo. Poi, a 16 anni, mi sono trasferita a Torino con la mia sorella maggiore. Sono stata un po’ con loro e a circa 20 anni sono arrivata a Trofarello dove sono andata a lavorare alla Conceria Lip. Mi sono sposata ed ho avuto due figli. Da allora ho fatto solo più la casalinga. Per un paio d’anno ho lavorato anche in panetteria con mio marito che faceva il panettiere a Moriondo. Poi con la nascita di mio figlio abbiamo dato via la panetteria e mio marito è andato a lavorare in fabbrica. Del periodo di lavoro a Trofarello ricordo i miei tre superiori che son o morti tutti e tre giovani. Io ero impiegata all’interno dell’ufficio dello stabilimento. Gli operai nei tempi buoni erano più di 300 – spiega con grande lucidità Pierina – Io ero impiegata ma facevo di tutto. Dalla contabilità alla reception, all’infermeria per medicare gli operai che si facevano male durante il turno di lavoro con le forbici che utilizzavano per tagliare le pelli. Facevo proprio tutto. Sono molto rammaricata per la morte dei miei titolari. Il dottore morì a 39 anni». Ma come trascorre il tempo all’interno della Trisoglio? «Partecipo alle attività di animazione ma poi mi dedico molto alla mia passione più grande: la lettura di fotoromanzi rosa. Sono la mia forza, la mia vita. Mi piaciono tanto i racconti d’amore. Niente guerre… solo amore. Mi piace poi fare l’uncinetto. Ho fatto tanti centrini che non so neanche che fine abbiano fatto. E poi c’è la passione per la composizione poetica. Quando dopo cena mi portano in stanza il silenzio assordante fa scattare in me la voglia di comporre e mi vengono alla mente le rime». Ma qual è il segreto per arrivare fino 100 anni? «Prendere la vita come viene. Il proverbio lo dice: chi vuol vivere e star bene prende il mondo come viene».
Qual è stato il più bel periodo della sua vita. «Dopo la pensione abbiamo comperato un alloggio al mare ed allora trascorrevamo l’inverno al mare. Abbiamo trascorso 20 inverni». Ed il periodo più triste? «Certamente quando è mancato mio marito. Anche durante la guerra abbiamo fatto tanta fame. Non c’era mica da ridere. Ma si cerca sempre di superarli perché tanto non c’è niente da fare».

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