Un medico trofarellese spiega il Coronavirus

CENTRO – In questo periodo le prime pagine di ogni quotidiano e notiziario sono dedicate al fenomeno del Coronavirus. Una questione che ha sollevato mille interrogativi, ma soprattutto che ha diffuso una certa dose di preoccupazione e inquietudine. Non c’è da stupirsi: in fondo si ha paura di ciò che non si conosce. Così abbiamo deciso di sentire l’opinione di Giampiero Ciravegna, medico valsaugliese, che ha già collaborato in precedenza con Città e che ancora una volta ci ha fornito un prezioso contributo nel chiarire le idee in merito a questo Coronavirus. «I Coronavirus sono un grande ed eterogeneo gruppo di virus ad RNA – spiega il Dottor Ciravegna – molti dei quali si trovano negli animali. Si ritiene che il serbatoio naturale sia il pipistrello».
Quali malattie causano?
«I coronavirus sono virus respiratori che possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore a polmoniti severe con insufficienza respiratoria e rischio di morte. In un recente passato si sono verificate due severe epidemie causate da Coronavirus e gravate da alta mortalità: la SARS nel 2002 (sindrome respiratoria acuta severa con più di 8000 infetti e quasi 800 morti, una mortalità del 10%, malattia controllata nel 2003) e la MERS nel 2012 (sindrome respiratoria del Medio-Oriente, di cui si continuano ad avere casi sporadici, a tutt’oggi circa 2500 infetti e 850 morti, una mortalità del 34,5%)».
Quali sono le tappe salienti della epidemia attuale?
«Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) segnalava all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un certo numero di casi di polmonite da causa ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. La maggior parte dei casi avevano avuto contatti con il mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi. Il 9 gennaio 2020, il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) cinese identificava un nuovo coronavirus, denominato 2019nCoV, come agente causale, non conosciuto in precedenza e che ha grandi analogie con i coronavirus dei pipistrelli e con quello responsabile della SARS.Il 30.1.2020 la WHO ha dichiarato la malattia una emergenza sanitaria mondiale. Il 2 febbraio il coronavirus è stato isolato anche allo Spallanzani di Roma. Un successo che riempie d’orgoglio il nostro Paese, fa ben sperare in nuove possibilità per la cura della malattia e per la preparazione di un vaccino specifico. Il 6 febbraio la Cina ha annunciato la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l’allarme sul coronavirus».
Come si manifesta la malattia?
«I sintomi più comuni consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie e si manifestano da 2 giorni a 2 settimane dopo l’esposizione al virus. Gli esami radiologici del torace evidenziano lesioni infiammatorie bilaterali diffuse ad entrambi i polmoni. Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che il virus possa causare sia una forma lieve, simil-influenzale, che una forma più grave di malattia. Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave, soprattutto in persone con condizioni cliniche croniche pre-esistenti, quali problemi cardiovascolari, diabete, patologie respiratorie ed epatiche; anche le persone anziane potrebbero essere più suscettibili alle forme gravi. L’epidemia attuale si caratterizza per una alta diffusibilità ed una mortalità di circa il 3%. Dopo i primi casi in Cina la malattia ha raggiunto anche l’Europa. Al 7 febbraio 2020 si contano più di 31.000 casi di infezione con più di 600 morti, per lo più in Cina”.
Come si trasmette?
«Come per l’influenza, la trasmissione si ritiene avvenga tramite goccioline respiratorie che si producono con la tosse e gli starnuti. Sono necessarie però maggiori informazioni per comprendere meglio le modalità di trasmissione di questo nuovo virus la cui fonte non è ancora nota. L’epidemia è probabilmente iniziata con una trasmissione da animale all’uomo (i primi casi si manifestarono in persone che avevano avuto contatti con il mercato del pesce e di animali vivi di Whuan) e si è poi diffusa con una trasmissione da uomo a uomo (i nuovi casi si manifestarono tra il personale sanitario e tra quanti avevano avuto contatti con gli infetti). Per limitare la diffusione della malattia, poiché non esiste ancora una cura specifica, i casi sospetti vengono strettamente monitorati e posti in isolamento (la cosiddetta quarantena)».
Come si cura?
«Non c’è al momento un trattamento antivirale raccomandato, sono in corso trattamenti sperimentali con farmaci antivirali. I pazienti più gravi, quelli con insufficienza respiratoria, ricevono terapie di supporto degli organi vitali nelle Terapie Intensive. Non esiste al momento un vaccino specifico».
Cosa fanno le Autorità preposte alla salute pubblica?
«Tramite gli Assessorati alla Salute delle Regioni il Ministero della Salute informa costantemente gli operatori sanitari con circolari aggiornate in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili. Per le misure di sanità pubblica la Regione Piemonte, tramite l’Assessorato alla Sanità, ha inviato il 31.1.2020 all’attenzione delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, all’Ordine dei Medici e alla Prefettura il documento “Indicazioni operative per la gestione e la sorveglianza dei casi sospetti di infezione da nuovo coronavirus (2019 – n CoV)».
Da quali fonti provengono le informazioni e i dati forniti?
«Dalle Circolari del Ministero della Salute
Medscape (sito web di informazione scientifica per medici), una fonte altamente qualificata». Il Dottor Ciravegna, infine, pone l’attenzione su un punto che fa sicuramente riflettere, visti alcuni episodi di discriminazione nei confronti di persone cinesi.«P.S. – conclude – Non è sufficiente e neppure necessario essere un cinese per avere e trasmettere la malattia!»
Davide Lucchetta

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