Arriva Torino agitata, l’ultima fatica editoriale di Davide Larocca

CENTRO – Il 19 aprile sarà pubblicato il nuovo libro del trofarellese Davide Larocca, Torino agitata, per la sassarese Catartica Edizioni.
«È la mia quarta opera, ma è la prima che dedico alla città in cui sono nato, che nei precedenti romanzi era stata evocata ma mai citata esplicitamente. Stavolta Torino è la vera protagonista dei sei racconti che compongono questa raccolta, più ancora dei personaggi al centro delle vicende – esordisce l’autore – Il libro ripercorre l’ultimo secolo, con storie di figure marginali, escluse, che ho scelto giudicandole straordinarie e significative, narrate usando una scrittura cronachistica, colorate con il filtro della finzione ma basate su ricerche d’archivio e interviste originali.
Il primo racconto muove dalla Sardegna, colonizzata dalla Torino capitale sabauda. Una famiglia scappa da una epidemia, che in questo caso è di malaria; il periodo che stiamo attraversando ha aiutato a sentirne in maniera vivida le angosce. Lascia l’Iglesiente e va a Torino, attratta dal laboratorio del Chinino di Stato, che all’inizio del Novecento sta per aprire verso la barriera di Stupinigi e che produrrà proprio la medicina in grado di guarire dal morbo. In Barriera di Milano, il quartiere in cui si stabiliscono, i protagonisti partecipano ai Moti di Torino del 1917 e al Biennio Rosso, conoscendo solidarietà e ostilità in ugual misura.
Il secondo racconto è ambientato dopo la Liberazione. Protagoniste sono sei donne, alle prese con gravidanze indesiderate che le spingono tra le grinfie di una mammana e di un protettore, sgherro del comando repubblichino durante la Resistenza.
La terza storia proietta il lettore negli anni del boom e della grande emigrazione dal Sud. Un giovane meridionale appena diplomato è contattato dalla Fiat, che lo chiama a lavorare a Mirafiori. Le sirene del miracolo economico sono troppo invitanti per rifiutare, e il ragazzo accetta, ma fa i conti con la durezza del sistema torinese. Viene coinvolto nella rivolta di corso Traiano del 1969, prodromo dell’Autunno Caldo, e avverte sulla propria pelle la distanza dalla città che lo ha attirato; anni dopo, però, avrà la sua rivincita.
Il quarto racconto è un intreccio tra due vicende: da una parte c’è un tossicodipendente, che muore dopo un arresto di polizia; dall’altra, una periferia malfamata, a Mirafiori Sud, i cui abitanti depongono come testimoni oculari al processo voluto dalla famiglia del ragazzo ma vengono ritenuti inattendibili perché residenti in un quartiere notoriamente ostile alle forze dell’ordine.
Il quinto racconto riguarda l’immigrazione extracomunitaria. Un tunisino arriva in città irregolarmente e finisce in carcere per spaccio. Quando esce ha una possibilità di redenzione, ma si scontra con il caporalato delle cooperative infermieristiche.
Il sesto racconto, premiato a un concorso letterario dell’Anpi ma ancora inedito, parla di nuove destre e dell’importanza delle responsabilità individuali. Alla vigilia delle elezioni, uno scrutatore riflette sul neofascismo del terzo millennio, ripensa a figure del passato – da Elsa Morante a Mario Carrara – e decide qual è la cosa giusta da fare.
I sei racconti sono altrettante invettive verso Torino. Nello stesso tempo, testimoniano la vitalità di una città tanto capace di respingere quanto di affascinare».

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