4 arnie di api distrutte dal fuoco

CENTRO – Quattro arnie di api distrutte col fuoco. Un affronto alla natura che oltre al danno è una violenza all’ecosistema. La denuncia è dell’assessore Beppe Scaglia e del proprietario delle arnie Maurizio Turinetti, giardiniere apicoltore da una decina d’anni che fa nomadismo. Qui a Trofarellofa la pausa invernale. La settimana dopo Pasqua, il 20 ed il 22 aprile, ha trovato quattro arnie distrutte dal fuoco. «Sono passati probabilmente dei ragazzi che hanno tirato giù le arnie e poi hanno appiccato il fuoco. Durante il periodo invernale vengono posizionate su dei blocchetti di cemento per isolarle dall’umidità del terreno. Sono state smontate e poggiate sul terreno dove hanno appiccato il fuoco – spiega Turinetti – Per di più era prima del periodo della pioggia e quindi, in presenza di parecchia sterpaglia, era altissimo il rischio che prendesse fuoco tutta la zona. Combinazione il fuoco è rimasto localizzato. La visita di questi personaggi è stata anche effettuata due volte. Dopo la prima visita c’è stata una seconda visita dopo due giorni. Non ci sono riusciti ed hanno smontato i telai che hanno gettato sulla riva dall’altra parte del cimitero. Io ero stato nel pomeriggio e di sera hanno fatto questo lavoro. In un primo momento ho pensato che fosse un apicultore ma poi ho capito che è stato un dispetto di giovani. Non si tratta solo del danno economico. Circa 800 euro per le quattro famiglie di api distrutte. In ogni arnia ci saranno all’interno 50, 60mila api. Poi c’è il mancato guadagno del miele che non raccoglierò. Si tratta anche di una cosa pericolosa per loro stessi. Le api di sera non volano ma comunque camminano e se le disturbi e riescono ad arrivarti addosso ti mordono per difendersi. Andare in giro con quei telai in mano non deve essere stato neanche tanto facile. Le arnie perdute sono in tutto 4, circa 200, 240mila api». «Una cosa inaudita -interviene l’assessore Scaglia – Non solo l’ape è un insetto che non reca danni a nessuno ma è addiruttura utilissimo, oltre che per tutti i prodotti che permette di realizzare all’uomo, per l’impollinazione. Siamo tutti ambientalisti sulla carta, poi in realtà succedono queste cose dettata dalla stupidità di alcune persone». «Non riesco ad entrare nella testa di queste persone. Ma diciamo che potrebbe essersi verificato una cosa del genere: forse hanno iniziato a movimentarle per gioco e poi sono rimasti punti dalle api. Come conseguenza posso immaginare che come rivalsa/vendetta si siano messi a dar fuoco alle arnie. Non riesco ad immaginare chi possa aver fatto una cosa del genere – commenta Turinetti – Il mondo dell’apicoltura è un mondo affascinante. Le api vivono nelle arnie con la loro regina, vengono portate più o meno alla stessa forza. Le colonie si riducono nel periodo invernale e poi diventano più numerose, circa 90 mila esemplari, nel periodo di massima spinta con la fioritura del castagno, dopo quella della gaggia. Quando finisce la stagione riducono la produzione. Poi svernano in altre zone, puliamo e cambiamo il melario in base alla fioritura. L’Italia è l’unico paese che produce 40 tipi di miele. Purtroppo c’è stata una riduzione legata ai cambiamenti climatici. Un declino generale perché è il primo insetto della scala evolutiva che sta già pagando il declino ambientale e certo questi episodi non aiutano».

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