Editoriale – Sorridi, sei su “Trash camera”

D'Uva EditorialeQUESTA SETTIMANA PARLIAMO DI IMMONDIZIA E DEI MILLE VOLTI DELL’IMMONDIZIA. Mille volti perché il Comune si sta organizzando per fare la guerra agli sporcaccioni della città. Tutti quelli che lasciano i loro rifiuti, più o meno ingombranti, fuori dai cancelli della piastra ecologica. E lo farà filmandoli con delle potentissime telecamere. Che riprenderanno di giorno e di notte. Sempre.

Un’opera da Gabriele Salvatores. Dopo il capolavoro di “Italy in a day”, arriva “Trofarello: the trash day”, un giorno in discarica. Questa è la nostra civiltà. Questo riusciamo a dare al nostro paese.

C’è bisogno che ci minaccino di filmarci per darci una multona per evitare di inzozzare la città. Quest’estate i miei figli sono rimasti colpiti perché con la loro compagnuccia Alice sono andati dietro casa a vedere le lucciole. Le ricordate le lucciole?

Non quelle della zona industriale della città. Gli insetti. Il campo di quell’agricoltore che noi bambini conoscevamo come “Caciulin”, ne era pieno. Allora, le tre caravelle non esistevano. Via Guido Rossa neanche. In compenso c’erano le lucciole. Insetti lunghi e neri che di notte si illuminavano come il faro della Maddalena. Gli uomini per incuria, avidità e stupidità tendono a spegnere ogni luce. Le lucciole erano le nostre compagne estive. Il campo di Caciulin brulicava di lucciole. Il proprietario non era troppo contento che scorrazzassimo lungo tutto il suo campo di meliga alla ricerca delle lucciole che brillavano lampeggiando ad intermittenza nel buio. Così, quando quest’estate sono tornato a vederle, nel campo dietro casa, a Valle Sauglio ho vissuto un flash back di trent’anni in dietro.

La scomparsa delle lucciole è stato il primo segno della cementificazione di Trofarello. Il rispetto per le lucciole è una questione di cultura. Oggi dobbiamo filmare con delle telecamere ultrapotenti, quindi spendere dei soldi dei contribuenti, per evitare che altri contribuenti, meno attenti all’ambiente, abbandonino i loro rifiuti nelle strade, fuori dalla piastra ecologica o dove capita. Ma questo non dovrebbe far parte del normale saper stare al mondo? Non inquinare, non disturbare la natura, non fare del nostro pianeta una enorme incommensurabile discarica? Altre domande… venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 vi sarà la manifestazione “Puliamo il mondo” 2014. Come mai in città non se ne parla, se non qualche timido cenno a scuola per volontà di insegnanti volenterose? In che modo il nostro comune ha aderito? Finché non avremo più simili domande da porci non basteranno tutte le telecamere di questa terra per evitare che le lucciole scompaiano e la monnezza imperversi.

Roberto D’Uva