Editoriale – Aspettando il Città Day

D'Uva EditorialeSiamo al secondo appuntamento con il Città Day. Il 15 ottobre dalle ore 8 alle 12 lo stand del giornale sarà in piazzetta San Giuseppe per incontrare i lettori. Sarà un modo per conoscerci con chi ancora non ci conosce e fare nuove amicizie. Accogliere critiche, suggerimenti e magari ripianare dissapori. Città ha bisogno dei propri lettori almeno quanto i lettori hanno bisogno del proprio giornale. Non nascondiamoci dietro ad un dito. Il Città Day è anche un momento per raccogliere fondi. Ecco il mio proverbiale pragmatismo che salta fuori. Un detto che mia nonna mi ripeteva sempre recita “senza soldi non si cantano Messe”. Infatti carta ed inchiostro costano e quindi abbiamo bisogno di una mano per pagare fatture e rate di ammortamento delle attrezzature che usiamo. Chi vorrà, ma non sentitevi in dovere, potrà lasciare un piccolo ma importante contributo economico nell’apposita cassetta. Alle critiche ed ai suggerimenti per migliorare quello che qualcuno ha definito, a mio avviso erroneamente “foglio”, abbiamo già pensato, con il questionario commissionato a Seldon Ricerche. I responsabili di Seldon stanno preparando un primo report della mini inchiesta per migliorare il giornale. I giudizi sembrano positivi ma comunque ogni consiglio ed ogni suggerimento saranno ritenuti un utile aiuto. Sono circa dodici anni che mi occupo di informazione locale a Trofarello e penso di avere ancora molto da imparare. Sono certo che vi riuscirò perché sento che, soprattutto in questi ultimi anni, il giornale è sentito come proprio dalla maggioranza dei lettori. Nelle settimane scorse mi sono lasciato un po’ prendere e tirare per i capelli in una polemica su come fare giornalismo che per me deve essere un modo per informare senza coinvolgimento e senza commenti. Per questa caratteristica sono stato simpaticamente posizionato da un lettore attento e colto, nel terzo canto dell’inferno, tra gli “ignavi” (ammetto di essere andato a ripassare la Divina Commedia, ormai sbiadita reminiscenza liceale), punzecchiato da vespe e mosconi.

Scegliere di non scegliere ma limitarsi a raccontare è per me un vanto. Io faccio il cronista. Tra le mille difficoltà di chi non ha agganci politici, aiuti economici occulti o palesi, e che da quando aveva 17 anni, rifiuta ammiccamenti ed etichette da qualsivoglia fazione. Questa è una scelta politica, penso anche coraggiosa. Ringrazio il lettore, con cui spero di approfondire la questione ed iniziare una collaborazione costruttiva, che posizionandomi nell’antiinferno, mi permette di esprimere il mio pensiero sulla questione. Non si tratta di scelta fra il bene ed il male, tipica della mentalità medievale per cui chi non si schierava non meritava considerazione sociale.

Il dovere sociale di Città e del suo direttore è, e sarà sempre, quello di essere oggettivo, imparziale e al servizio dei “cittadini” e “lettori attenti” che avranno sempre l’ultima parola.

Roberto D’Uva

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Città Day 2014

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