Trofarello ha dato il meglio di sé. Solidarietà e tradizione. Domenica la città si è svegliata sotto un cielo limpido che avrebbe offerto, da lì a poco, uno spettacolo bellissimo. 700 persone scese in piazza per percorrere i sette chilometri circa della Quattro passi in… e la coloratissima manifestazione dell’investitura del nuovo Conte Vagnone. Un misto tra i colori dei fantastici vestiti dei figuranti e la prova sportiva e amatoriale per raccogliere fondi da destinare alla Caritas parrocchiale. Una prova di carattere di questo paese che sa fare grandi cose. La rievocazione storica è stata qualcosa di eccezionale. Il tono perentorio del Gastaldo, al secolo Ermanno Ubertino, che ha declamato un testo scritto magistralmente in rima medievale dall’ottimo Bruno Giovetti, ha calato la città in un tempo lontano ed affascinante nella bellissima location della piazzetta Duca d’Aosta, all’ombra della torre civica e del cedro del Libano di Cavour.
Poco sotto, in piazza I maggio, si è consumata la 29a prova di solidarietà della città che coniuga sport, natura e altruismo.
Ciò che lascia senza parole è per quale motivo due avvenimenti così belli ed importanti non siano stati concertati e non abbiano avuto una organizzazione in modo da poterli seguire entrambi.
Il problema è sempre il solito. Una manifestazione così bella come l’investitura del conte si sarebbe meritata pubblico e pubblico ed invece si è dovuta accontentare degli addetti ai lavori e di pochi parenti.
Allora iniziamo a pensare che per rifare questo paese occorre dialogare e concertare le attività. Ne godrebbero tutti, cittadini, pubblico ed associazioni.
Per far ripartire questo paese occorre il dialogo. Forza ce la possiamo fare.
Roberto D’Uva