Un campo sperimentale per il prodotto locale

Un terreno di proprietà del comune nei pressi del Cimitero per coltivare, contattati gli agricoltori di Trofarello hanno risposto in due, numero più che sufficiente

L ’amministrazione punta sull’agricoltura e la ricerca di nuove varietà e specie di amarene, il tipico prodotto locale trofarellese.

Gianfranco Visca

Gianfranco Visca

«L’idea è venuta a me ed all’assessore Benissone. L’abbiamo sviluppato con il segretario comunale che ha già portato avanti un discorso del genere in un comune montano. I territori collinari non hanno certamente la vocazione per la coltivazione di grano o frumento. Questo tipo di coltivazioni è adatto alle pianure ma la collina si presta a frutteti. Abbiamo fatto poi la considerazione che per avere reddito da un campo plantumato a frutta occorrono almeno 6, 8 anni. Difficile quindi che un imprenditore agricolo si presti a sperimentazione di nuove varietà di frutta. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere a disposizione un terreno di circa 5mila metri quadri di superficie per la realizzazione di un campo sperimentale per studiare il futuro della produzione locale. 5 mila metri quadri su cui sperimentare nuove specie di amarene per rinvigorire la produzione del prodotto tipico. A fare un discorso del genere aveva iniziato già l’assessore Aldo Masera con la distribuzione gratuita degli astoni di amarena. Un’esperienza fatta per un circa tre anni. Poi ci siamo resi conto che a beneficiare degli astoni erano più gli abitanti dei comuni vicini che i cittadini di Trofarello. E così abbiamo interrotto. Ora grazie alla perequazione il comune è entrato in possesso di un terreno di una certa dimensione importante, nei pressi del cimitero comunale, oggi incolto e covo di serpi. Abbiamo pensato di metterlo a disposizione dei commercianti interessati a prendersi cura di questi 5mila metri quadri, tenerli puliti ed in ordine per la coltivazione di nuove varietà di amarene – continua il sindaco Visca – Intendiamo inoltre cercare la collaborazione tecnica di esperti (come la Facolt o altri soggetti) o anche di istituti agrari che volessero fare di questo ambito un campo didattico. L’istituto di agraria di Carmagnola ha già manifestato il proprio interesse. Ha campi disseminati in giro, anche nei paesi vicini, per insegnare ai ragazzi la coltivazione e la potatura di molte varietà di coltivazione ma nulla che riguardi ciliegie ed amarene.

amareneIl comune metterebbe a disposizione il terreno per la creazione di un campo sperimentale, ove si possano verificare le adattabilità e la produttività delle nuove coltivazioni e la possibile diffusione sul territorio comunale. Oggi la coltivazione della ciliegia è completamente cambiata. Si tende ad innestare ad un massimo di tre metri in modo da rendere tutto più facile. Dalla cura, alla pulizia, alla stessa raccolta. Mentre una volta per avere reddito da un campo piantato ad alberi ci volevano 5, 6 anni fino ad otto per avere un raccolto pieno, oggi a partire dal terzo anno dalla posa delle piante inizi ad avere dei risultati discreti – continua a spiegare Visca. Sono comunque sempre necessari tre anni di lavoro senza avere frutti e quindi senza reddito. Si tratta poi di stabilire quali possano essere le coltivazioni più idonee ai nostri terreni ed al nostro microclima. Da qui l’importanza di avere un terreno su cui sperimentare. In questo modo si promuove la coltivazione del prodotto tipico, fornendo anche le prime 300, 350 piante. Un paio di agricoltori hanno manifestato il proprio interesse. L’amministrazione per il primo anno metterà a disposizione il terreno e chiederà la manodopera dei contadini. Se quel campo comincia a rendere e a dare risultati, io sono convinto che si creerà un vero e proprio effetto volano spingendo anche tanti altri agricoltori ad investire nella coltivazione di nuovi astoni di amarena. In questo modo rivalutiamo la collina che non è fatta per coltivare mais e grano, ma frutteti e, al più, orti. Il nostro obiettivo è quello di fare una sperimentazione che al coltivatore costi la mera manodopera, facendo diventare anche Trofarello, come lo è diventato Pecetto, un punto di cultura agricola, con una forte presenza didattica. Il tutto per raggiungere la promozione del prodotto. Non saranno esclusivamente amarene ma ci saranno anche alte varietà di questo tipo di ciliegie. Altra aspirazione personale sarebbe quella di stringere rapporti di collaborazione con associazioni di categoria come la Facolt».

R. D’U.

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