Doppio ricorso al Tar: ora sostenuto anche dalla Città metropolitana

Ospedale 2CENTRO - Doppio ricorso al Tar del Piemonte per la decisione di realizzare il nuovo ospedale unico in zona Cenasco e presa di posizione della Giunta della Città Metropolitana. La questione si fa sempre quindi più spessa e complicata per l’iter amministrativo legato al nuovo ospedale che dovrebbe essere a servizio di un bacino d’utenza di 310 mila abitanti/pazienti. Perché ora oltre alla proprietà ed ai comuni del circondario si è espressa negativamente anche la Giunta della Città Metropolitana con l’approvazione di una mozione che mette in dubbio la legittimità della delibera regionale che approva la collocazione dell’ospedale unico dell’Asl TO5 in zona Cenasco. I ricorsi sono stati presentati dalla società proprietaria della ex Elia, e dai comuni di Villastellone, Carignano, Carmagnola, Lombriasco e Piobesi Torinese per impugnare la Delibera della Regione sulla localizzazione della struttura ospedaliera. La ex Elia ha presentato un ricorso che fa anche riferimento alla presa di posizione di ben tre movimenti ambientalisti e dell’Osservatorio per la realizzazione dell’ospedale guidato da Mario Cassardo. Tra gli argomenti sviscerati dal ricorso sottoscritti anche dai movimenti ambientalisti ci sono le analisi di alcune criticità. «I terreni su cui dovrebbe sorgere l’ospedale sono destinati all’agricoltura e appartengono alla classe seconda di fertilità, prevalentemente utilizzati per coltivazioni di pregio (orticoltura) ma anche per un uso cerealicolo-foraggero. L’utilizzazione di parti di questo comprensorio potrebbe determinare una discontinuità nella attività agricola tale da compromettere il futuro delle attività agricole della intera zona.  Nello specifico i terreni interessati dall’opera in oggetto godono del privilegio di essere ricchi di acque superficiali per l’uso irriguo; infatti le diverse falde presenti su tutto il territorio interessato si trovano a profondità variabili da 3,9 a 6 metri rispetto al livello del piano di campagna. La presenza di rii prevalentemente asciutti ma che in caso di temporali si ingrossano rapidamente fino ad esondare. Una eventuale utilizzazione di parti di questo comprensorio determinerebbe la creazione di “aree agricole intercluse”, producendo una discontinuità nella attività agricola tale da compromettere probabilmente  la sopravvivenza di alcune aziende agricole presenti in zona». La seconda motivazione per il no è l’eccessiva vicinanza della zona industriale Sanda Vadò che ospita alcune decine di imprese che danno lavoro a migliaia di operai, impiegati, tecnici. «Fra queste vi sono imprese che trattano sostanze pericolose. A meno di 150 metri dal sedime individuato per l’ospedale  vi sono due aziende produttrici di vernici e sostanze tossiche; una di queste, la Albesiano presente nell’elenco degli stabilimenti a rischio incidenti». Inoltre si fa riferimento al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  approvato dal Consiglio Regionale il 21 luglio 2011 che per evitare nuova impermeabilizzazione di suolo  non consente la realizzazione di infrastrutture di interesse pubblico in aree agricole di particolare pregio e fertilità, se esistono  altre possibilità di localizzazione, in barba della compensazione dei terreni proposta dai sondaci Montagna e Visca per ridare al verde terreni assegnati all’industria.  Non per ultima, tra gli argomenti che si oppongono all’Ospedale a Cenasco c’è la presenza di tralicci per l’alta tensione in zona che pregiudicherebbe il passaggio e l’atterraggio di elicotteri. Ai due ricorsi ora da manforte la mozione discussa e approvata, della “Lista civica per il territorio” che fa leva sull’assenza del VAS -Valutazione Ambientale Strategica. Anche Paolo Ruzzola, capogruppo della Lista civica per il territorio, ha ricordato che il progetto dell’ospedale insisterebbe su di un suolo agricolo di pregio ed esondabile e che manca al momento la VAS -Valutazione Ambientale Strategica. Il testo, approvato all’unanimità dagli undici Consiglieri metropolitani presenti in aula, impegna il Sindaco metropolitano e la Giunta metropolitana ad attivarsi per tutelare il diritto della Città metropolitana di esprimere il proprio parere ai fini della procedura VAS e in materia di impatto dell’ospedale sulla viabilità locale e l’ambiente. Inoltre il documento approvato chiede che la Città Metropolitana operi per contenere il consumo di suolo agricolo di pregio, evitare nuove costruzioni in aree esondabili e recuperare al contrario aree industriali dismesse; il tutto nell’ambito di un confronto democratico e partecipativo con i Comuni della zona.

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