Dalla panchina dei diritti alla Trofarello dei diritti

MORGARI – Panchina rossa abbandonata? Interviene Stefano Francescon che l’anno scorso fu uno degli ispiratori dell’iniziativa contro la violenza. «Qualche giorno fa, mi è capitato di passeggiare verso il giardino di Via Morgari; ho rivisto così la panchina che lo scorso anno inaugurammo insieme a molti cittadini e cittadine trofarellesi – esordisce Francescon – Nel vederla in quelle condizioni ho provato un senso di dispiacere, di smarrimento, di profonda delusione.
L’idea di questa panchina era allora come oggi, quella di creare un simbolo per dire “No” alla violenza sulle donne e nello stesso tempo ricordare a tutte quelle che vivono in una situazione di pericolo, di dolore, di sottomissione che non sono sole.
Comprendo molto bene che, l’amministrazione abbia altri problemi, ma per molti di noi la panchina è un sogno che non può e non deve essere distrutto. Torniamo tutti insieme a prenderci cura della nostra panchina, che con molto piacere ho notato non essere stata vittima di vandalismo, ma del clima e del degrado dovuto al tempo trascorso.
Tuttavia vorrei aprire una critica, che mi auguro possa essere costruttiva, in un momento in cui la violenza sulle donne, l’omofobia, le discriminazioni, il bullismo stanno diventando fenomeni in continua e quasi inarrestabile espansione.
Mi piacerebbe che, a Trofarello, il Sindaco concedesse la delega alle pari opportunità ad un Assessore, un Consigliere, affinché si possa cominciare ad affrontare temi che, per svariati motivi fino a questo momento sono rimasti in disparte.
Nel nostro Paese come in molti altri, a causa di una mentalità molto chiusa, temi di fondamentale importanza sono stati lasciati in disparte, non sono stati considerati con l’attenzione che meritavano.
Il momento di dire basta però è arrivato, il momento di aprire la nostra mente e i nostri cuori è adesso.
Rimandare non è più possibile.
Mi auguro che ben presto si possa aprire una discussione seria e costruttiva sui temi sopracitati, invitando soprattutto le donne che siedono in consiglio e in giunta a fare il massimo per far si che si possa lavorare nella giusta direzione, per poterci un giorno sedere in una Trofarello colorata dalle “Panchine dei diritti, qualunque essi siano».

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