Una Trofarello del 1200 in un plastico a corredo del presepe meccanico

CENTRO – La ricostruzione, un po’ favola, un po’ realtà, basata su testi storici di una Trofarello del 1233. Corollario del presepe meccanico realizzato dall’Associazione “Trofarello, Paese dei presepi”. Ideatore della ricostruzione è Guido Pennacini, pensionato ex funzionario della Reale Assicurazioni, oggi grande appassionato di modellismo. Quarto plastico dedicato alla storia. Il primo plastico arrivò tre anni fa, dedicato ai monti su cui venne combattuta la guerra di trincea del ‘15 – ‘18, in occasione del centenario della prima guerra mondiale. Il secondo due anni fa, con un presepe tra la ricostruzione dei ruderi di Amatrice, flagellata dal terremoto. L’anno scorso poi la Trofarello del ‘900 ed oggi una scena di ordinaria battaglia tra soldati del più oscuro periodo feudale. Pennacini è uno che la storia l’ha studiata. «Nel 1233 il comune di Chieri e di Moncalieri erano in lotta tra di loro a causa di alcune fonti d’acqua dalle parti della Gorra e della strada che da Moncalieri arrivava ad Asti, Alessandria e Tortona e scendeva verso Genova. Per di più Chieri aveva tutto l’interesse anche di dominare il passagio sul Po che era governato dai Moncalieresi e dava l’accesso a Rivoli, la Valle di Susa e l’Abbazia di Novalesa ed il Moncenisio. Era una via importantissima e cho governava quellle strade governava il territorio e poteva imporre tasse, gabelle e balzelli. Tutti avevano interessi a dominare la posizione. I moncalieresi nel 1233 hanno chiesto ai signori di Trofarello, i Conti Vagnone, la possibiità di creare un presidio nella rocca che i Vagnone avevano qui in Cimavilla. Il castello allora non aveva le sembianze attuali. Solo nel 1706 si può riconoscere l’attuale pianta, a seguito della quasi totale distruzione ad opera dei francesi. Era semplicemente un castewllocon tante mura e camminamenti dove si aggregava tutto la popolazione di Trofarello: circa 2 o 300 uomini. Abbiamo cercato di ricostruire una roccaforte militare seguendo l’esempio dello stile dell’epoca ed abbiamo anche voluto configurare, anche se la storia non ce lo dice che i soldati dei Vagnone con l’aiuto dei moncalieresi hanno cercato do respingere l’attacco dei chieresi. Questo la storia non ce lo dice ma, essendo una roccaforte che i moncalieresi hanno avuto come presidio è presumibile che qualche episodio qui nella zona si sia verificato – continua Pennacini, che snocciola la storia medievale, facendo riferimetno a Vescovi e soldati Templari – Nel 1233 il feudalesimo era la scala gerarchica dominante. Tra i soldatini che abbiamo rappresentato non ci sono soldati armati ma anche soldati vestiti da contadini. Erano contadini proprietari esclusivi della terra che avevano tutti gli interessi a difendere il loro territorio contro i sopprusi dell’esercito nemico. Costituivano la quarta o quinta classe di questa piramide. Abbiamo anche rappresentato qualche cadavere e dei frati che stanno consolando una vedova. Come esempio delle armi utiizzate. Abbiamo riproposto sulla cavalleria i vari stemmi. Sono stati ricostruiti gli arieti manovrati a mano. Il plastico riproposto accanto al presepe rappresenta un terzo dell’intera ricostruzione. Ci abbiamo impiegato tre, quattro mesi. Poi abbiamo scelto solo i pezzi migliori. Il castello aveva anche una parte retrostante che non abbiamo riproposto. Anche il campo di scontro era molto più sviluppato in origine. Le statuine sono state acquistate anche in Russia. La ricostruzione di questa Trofarello del ‘200 è a corollario del ben più importante presepe meccanico che è lo scopo primario dell’associazione. Questo sarà un gadget che piacerà pensiamo soprattutto ai bambini». Sulla pagina Facebook di Città l’intervista integrale con le immagini del lavoro di Pennacini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *