Progetto paese si interroga sul progetto del nuovo ospedale dell’Asl TO5

CENTRO – Con una lunga lettera al direttore di Città, Progetto Paese torna a fare politica, con una serie di riflessioni sul nuovo ospedale che la Regione vuole realizzare ai confini tra Trofarello e Moncalieri in zona Cenasco. «Leggiamo sul suo giornale la notizia dell’approvazione della delibera della Regione Piemonte con la quale l’Ente guidato da Sergio Chiamparino avrebbe deciso di individuare nell’area Cenasco la localizzazione del nuovo ospedale della ASL TO5 – esordiscono i responsabili del gruppo politico – Abbiamo quindi trovato lo Studio di Fattibilità che richiederà una lettura molto attenta, vista la dimensione di 251 pagine.
Da una prima analisi del documento, però, sono subito saltate agli occhi alcune contraddizioni e conferme di errori già contenuti nei documenti preparatori, mentre invece non si fa cenno alcuno alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) alla quale lo Studio di Fattibilità dovrà ancorarsi perché la Regione possa dare inizio ai lavori.
Per cui l’individuazione definitiva dell’area, a nostro parere, dipenderà da questo documento (oggi assente) e non dai desideri dei sindaci della zona.
Pertanto i comuni procederanno sicuramente al cambio di destinazione d’uso dei terreni e alle varie modifiche di natura urbanistica, ma il via definitivo ancora non c’è.
Purtroppo però dalla semplice visura della cartografia contenuta nel documento, si evince che per rispettare distanze dai rii, distanze dalla zona industriale Sanda Vadò, distanza dai tralicci dell’alta tensione, il nuovo ospedale dovrà essere ubicato al centro dell’area agricola. Il che significa che tutta l’area in questione perderà la sua utilizzazione agricola per ospitare, verso Cenasco, l’edificio che ospiterà l’ospedale.
Oggi perdere 150mila metri quadrati di area agricola è una cosa inconcepibile, soprattutto se nei dintorni vi sono aree altrettanto (se non maggiormente) idonee!
Appare poi con evidenza che gli estensori danno una maggiore rilevanza alla costruzione del manufatto più che alla sua funzione: sembra che oggi si pensi ancora ad un ospedale come ad un involucro, mentre invece esso deve essere pensato come ad una “fabbrica” al cui interno ciò che davvero conta non è il numero dei posti letto, delle stanze o dei reparti (tutti dati fondamentali, peraltro) ma la qualità della strumentazione di avanguardia per chi ha necessità di diagnosi sempre più accurate e di interventi chirurgici di elevata specializzazione.
L’ospedale, da stime fatte da persone esperte, potrebbe costare dai 220 ai 250 milioni di euro. Ma già dal documento si evince che il costo potrebbe salire intorno ai 288 milioni.
La Regione ha accantonato qualcosa come 65 milioni di euro. Un’altra parte verrà pagata in canoni per un certo numero di anni dalla Regione stessa e una parte verrà pagata da eventuali privati che entreranno in partnership.
Temo che il nostro ospedale costerà assai di più per quei costi che già dall’inizio della costruzione appariranno nella loro cruda verità.
E se non ci saranno tutti i soldi necessari allora cosa succederà? Quel che è già purtroppo successo con la costruzione del grattacielo della Regione Piemonte, dalle parti del Lingotto, i cui costi iniziali sono cresciuti sino a sfiorare il raddoppio… e senza darci, dopo circa 10 anni, un involucro idoneo ad ospitare i dipendenti regionali? E poi, chi pagherà la differenza? Sempre e soltanto i cittadini piemontesi?
Io credo sia importante che nell’allocazione delle risorse finanziarie si dia il congruo spazio alle necessità medicali quali attrezzature, allestimenti di camere operatorie d’avanguardia, apparecchi per TAV, TAC e quant’altro, per non costringerci, tra 10 anni o 20 anni, quando l’ospedale sarà terminato, a ricorrere a strutture private per fare indagini diagnostiche con attrezzature che non si sono potute acquistare “…per mancanza di fondi!”.
Non è nostra intenzione sollevare altre polemiche, né intralciare i piani dei sindaci che continuano a spingere per la realizzazione dell’ospedale in zone facilmente allagabili (terreni ma soprattutto strade e raccordi come è purtroppo successo nel novembre di un paio di anni fa!); per noi è sufficiente sottolineare che ogni euro speso per difendere la costruzione in un terreno improprio (per la falda freatica troppo superficiale, e non solo per quello) verrà sottratto alla dotazione di attrezzature di livello ottimale per un nosocomio del XXI secolo!
Infine, vorremmo porre una domanda ai tecnici che hanno redatto lo studio in questione.
Dal momento che in esso si insiste a sostenere che l’ospedale verrà realizzato a 240 metri dalla stazione di Trofarello (circa la distanza tra il rio Rigolfo e l’uscita del sottopasso ferroviario), vorremmo sapere se l’entrata dell’ospedale sarà ubicata appunto sul rio Rigolfo oppure altrove. Se l’entrata sarà sulla via Ferrari all’altezza di via Bugatti, come sarebbe logico, oppure altrove. In quel caso la distanza non sarà più 240 metri ma almeno 4 volte tanto!
E in ogni caso, cosa verrà realizzato nell’area commerciale di 17mila metri quadrati (di superficie lorda di pavimento) tra il rio Rigolfo e l’entrata al sottopasso ferroviario?
In una delle cartine allegate (pagina 24) si scorge un reticolo che prefigura la realizzazione di uno stabilimento destinato a “terziario commerciale”, di cui nessuno ha notizia.
Sono negozi che serviranno il futuro ospedale, oppure l’ennesimo centro commerciale, magari si tratta di un albergo per ospitare i parenti dei degenti? – conclude la lettera – Scusandoci per aver sollevato ancora una volta questo argomento, con l’avvicinarsi del Natale desideriamo rivolgerLe i migliori auguri e i ringraziamenti per il servizio che rende alla città di Trofarello e ai suoi abitanti.
Ma Progetto Paese vuole cogliere questa occasione per fare gli auguri a tutti i cittadini di Trofarello».

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