Amar fa il bilancio di un anno

Aldo Dughera

CENTRO – L’associazione trofarellese Amar di Aldo Dughera traccia il bilancio di un anno di attività attraverso la voce del suo presidente. «Ancora una volta, in questo periodo natalizio, tendiamo la mano per chiedere l’aiuto dei nostri sostenitori per il progetto orfani della Missione di Fiatà – esordisce Dughera – In quest’ultimo anno in Togo sono aumentate le difficoltà a causa della situazione politica: fermenti popolari stanno animando molte città e la Missione delle Suore porta il peso, anche economico, di questa instabilità. Abbiamo saputo che alcuni degli orfanelli che nel loro ambito parentale allargato non venivano trattati in modo soddisfacente, su suggerimento dei tutor che li seguono, sono stati indirizzati ad un istituto per la tutela dell’infanzia gestito da un’organizzazione umanitaria con sede nella Provincia di Cuneo.
È stato però motivo di grande soddisfazione assistere, nel mese di ottobre, alla cerimonia di consegna degli attestati di abilitazione ai mestieri ai ragazzi da noi aiutati. Il Vescovo di Aneho ha presieduto due intense cerimonie in cattedrale nelle quali i ragazzi diventati elettricisti, elettrauti ed elettrotecnici hanno visto coronare finalmente i loro sforzi. E all’inizio del prossimo anno altri sei ragazzi saranno autorizzati ad esercitare il lavoro per il quale hanno studiato. Queste sono le cose che ci confermano che vale la pena insistere e continuare nell’opera di aiuto alle Suore e alla Missione di Fiatà.
Anche il trattore che abbiamo mandato in Africa lo scorso anno con l’invio del container è diventato un grande motivo di impulso al miglioramento della Missione: oltre a rendere la missione praticamente autosufficiente nella produzione di grano, mais e orzo, il trattore viene utilizzato anche per il trasporto e per le attività conto terzi, permettendo alla Missione di ottenere un piccolo ma importante contributo in denaro.
Detto questo, permangono tuttavia le difficoltà di carattere economico per sostenere tutte le iniziative e continuiamo ad avere problemi nella comunicazione, infatti internet funziona solo qualche volta e i telefoni il più delle volte sono un disastro.
Non è certo di mia competenza affrontare il problema delle grandi migrazioni, ma se mi è permesso faccio una breve considerazione: credo proprio che se molte delle organizzazioni umanitarie impegnate in questo ambito spendessero più energie nei paesi di origine, forse i flussi di persone diminuirebbero, qualcuno in meno lo troveremmo nelle nostre spiagge e molti di loro non morirebbero in mare».
Anche quest’anno si svolgerà l’incontro Amar? «Certamente si terrà sabato 7 dicembre con il consueto programma: Santa Messa celebrata nella chiesa di San Rocco in Valle Sauglio dal nostro Parroco Don Giovanni Viecca alle 18. Alle
ore 20 Cena dell’Associazione presso l’Oratorio di Valle Sauglio, via Umberto I, n° 94. La cena sarà preparata dalle cuoche dell’Oratorio e il costo sarà di 25 € per tutti i partecipanti, mentre sarà gratuito per i bambini fino a dieci anni». Ma qual è la storia di questa associazione valsaugliese con una vocazione internazionale?
«Amar nasce a Valle Sauglio nel 1993 a seguito di un viaggio in Brasile per fare visita ad alcuni missionari Fidei Donum della diocesi di Torino che operavano sul litorale Atlantico dello Stato Maranhao. In questi luoghi si verificava la vera miseria, dove le persone in particolare i bambini, erano a rischio di denutrizione – continua Dughera – Al ritorno ci siamo costituiti in Associazione ed abbiamo iniziato la nostra opera realizzando progetti socialmente utili. Abbiamo costruito 100 barche idonee per la pesca in oceano. Abbiamo comperato un terreno di 930 ettari vicino al fiume Gurupì, che ora e sorto un villaggio che ospita circa 500 persone e che i contadini hanno voluto chiamare “Sitio
Novo Amar”. Abbiamo costruito il Centro polivalente dove si ricoveravano bambini con carenze nutrizionali. Nel periodo di nostra permanenza in quella missione abbiamo fatto più di novecento adozioni a distanza. Nell’anno 2009 abbiamo chiuso in Brasile per mancanza di riferimenti,
il missionario nostro interlocutore, era stato picchiato da un rapinatore che voleva rubare il denaro delle adozioni, lasciandolo a terra mezzo morto. Ripresosi è rimasto quasi cieco. Ora pur sestando in missione è stato sostituito da un sacerdote brasiliano.
Dal 2010 abbiamo aperto in Togo Africa Occidentale in una missione retta dalle suore di San Gaetano di Torino. Qui abbiamo costruito due scuole e dal 2012 ci occupiamo dei bambini orfani di entrambi i genitori, deceduti a causa dell’ AIDS o altre malattie tropicali. Attualmente – conclude Dughera – gli orfani sono 130, a loro si garantisce un’alimentazione adeguata, la frequenza alla scuola e le cure mediche quando necessarie».

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