La volpe, la libertà e ciò che non abbiamo

Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Inspiegabilmente la mia volpe, solitamente portata a farsi travolgere dagli entusiasmi per le novità, non si è fatta travolgere dall’aria di “liberatutti” che si è venuta a creare con il 4 maggio. «In tutta questa storia ho capito che bisogna apprezzare ogni singola cosa che abbiamo – spiega la volpe – Non poter uscire per quasi due mesi mi ha fatto apprezzare il dono della libertà. Le volpi non sono abituate a stare chiuse in un recinto. Figuriamoci voi umani. Avete cantato sul balcone, avete sognato il giorno della riapertura, avete contestato i vostri governanti ed ora vi siete abbandonati ad un “liberatutti” senza senso. Io ho avuto modo di apprezzare quello che non avevo più: la libertà di uscire dalla mia tana. Ma ho anche capito che non è tempo per abbandonarsi a facili entusiasmi. Quindi esco da qui dentro solo quando sarà tutto veramente finito. Utilizzando la mascherina riesco a fare qualche passeggiata intorno alla mia tana, evitando di incontrare chiunque, facendo la spesa nel negozio sotto casa, evitando gli assembramenti di volpi. Come se ce ne fossero in giro».

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