Don Luigi e i migranti della rotta balcanica

Altra realtà partecipata da volontari trofarellesi è il “Rifugio fraternità Massi di Oulx. «Il 17 settembre 2018 è stato inaugurato a Oulx il centro di accoglienza “Rifugio Fraternità Massi”, in una struttura di proprietà della parrocchia, nato con lo scopo di far fronte all’emergenza migranti esclusivamente dal punto di vista umanitario, un servizio di accoglienza e un punto di riferimento per i migranti di passaggio in alta Valle di Susa – spiega Paola Paniè per il gruppo di cuoche ribelli di Trofarello – Nato dall’impegno di don Luigi Chiampo e con il “placet” della prefettura di Torino, il progetto è sostenuto economicamente dalla Fondazione Magnetto e della Diocesi di Susa, oltre che dalla solidarietà di imprese e privati. Il centro è gestito dal personale della Fondazione Talità Kum Onlus fondata da don Luigi, che ne garantisce l’apertura 365 giorni l’anno con orari che variano a seconda delle necessità. L’attività del rifugio è fortemente supportata dalla collaborazione con la CRI di Susa, con l’Associazione Rainbow for Africa, e dalla presenza di una rete molto vasta di volontari e associazioni che garantiscono un sostegno indispensabile. A seguito di accordi con la Prefettura, i Comuni di Oulx, Bardonecchia e Claviere, e con il Ministero dell’interno, sono in arrivo finanziamenti pubblici che andranno ad integrare lo sforzo finora sostenuto dai privati garantendo la possibilità di ampliare e stabilizzare per quanto possibile questa esperienza.
Attualmente la struttura è composta da un grande spazio adibito a dormitorio, alcune stanze private con bagno, due moduli e container esterni per le famiglie, bagni, cucina e infermeria per un totale di oltre quaranta posti letto necessari ad evitare che i migranti dormano per strada o nei boschi circostanti. Gli ospiti possono usufruire di un pasto, di una doccia e della colazione. In questo momento il centro è operativo dalle 16,30 alle 9 del mattino ma a breve tornerà ad una apertura 24h al giorno per rispondere alle esigenze invernali, oltre ad aumentare i posti a disposizione grazie alla disponibilità di una nuova struttura più ampia messa a disposizione dalla Fondazione Magnetto. L’apertura 24h su 7 giorni a settimana era già stata adottata nei mesi di marzo e aprile in seguito allo sgombero della Casa Cantoniera occupata, all’epoca autogestita da un gruppo di giovani antagonisti No Borders di varie nazionalità. Questi giovani nella loro lotta contro le frontiere erano un appoggio importante per i migranti, gestendo un luogo di accoglienza aperto tutto il giorno, molto utilizzato soprattutto dalle famiglie in transito. Ad oggi circa 50/70 persone ogni giorno transitano dal Rifugio Massi: sono uomini, ragazzi minorenni e intere famiglie, provenienti principalmente da Afghanistan, Siria, Iran, Iraq attraverso la rotta balcanica e con un flusso minore di giovani provenienti dall’ Africa Subsahariana attraverso il Mediterraneo. Il Rifugio è operativo grazie alla fondamentale disponibilità e collaborazione di numerosi volontari dell’alta valle, di Valsusa Oltre Confine e di altre Associazioni della provincia di Torino, che, oltre a raccogliere alimentari e fornire abbigliamento adeguato agli ospiti del rifugio perché possano affrontare i sentieri di montagna in sicurezza, svolgono servizio a sostegno degli operatori presso il centro dialogando con i migranti e rispondendo per quanto possibile ai loro bisogni. Il centro mette a disposizione cure mediche di prima assistenza attraverso la presenza quotidiana in rifugio di operatori sanitari di Rainbow for Africa. La Croce Rossa locale interviene nel caso di problemi più gravi che necessitano del ricovero ospedaliero, è punto di riferimento per i migranti alla frontiera, ne cura il trasporto quando vengono respinti e l’accoglienza nel Polo Logistico di Bussoleno quando il rifugio è al completo. L’esperienza di collaborazione tra Trofarello e Oulx nasce nel mese di febbraio 2021 dopo la lettura di un articolo pubblicato su La Stampa dal titolo „ La neve non ferma la marcia. Ogni mese 1.500 migranti provano a passare il confine: Un’umanità in cammino silenziosa e discreta quella che ogni giorno tenta di attraversare il confine italo-francese….“ Siamo partiti da qui – continua nel suo racconto la Paniè – contattando prima il Comune di Oulx per giungere ai volontari di Valsusa Oltre Confine e iniziare il nostro percorso. Il 5 marzo, partenza all’alba con due auto stracariche, ci siamo dirette a Oulx ed abbiamo consegnato ai volontari del Rifugio e della Casa Cantoniera, tutto ciò che eravamo riuscite a recuperare in pochi giorni dopo aver lanciato un appello per la raccolta di abiti da montagna, scarpe e generi alimentari di prima necessità. E così abbiamo continuato fino a fine luglio con una consegna mensile. Da marzo abbiamo garantito la nostra presenza in Rifugio un giorno a settimana e visto che la necessità primaria era in cucina ma il tempo a disposizione per preparare un pasto era ridotto, ci siamo strutturate in un piccolo gruppo „le Cuoche Ribelli di Trofarello“ per poter preparare a rotazione qualcosa di facilmente trasportabile in treno.
Quindi ogni martedì, con la nostra presenza in Rifugio, garantiamo un piatto unico completo rappresentato da ratatouille di verdure miste (peperoni, melanzane, cipolle, fagiolini, carote…) con fagioli e/o tonno unito alla pasta e alla salsa preparata in loco, sufficiente a soddisfare 50/60 coperti e la fornitura di 10/15 kg di mele consegnate da un produttore locale.
A Trofarello abbiamo aderito con gioia ed entusiasmo a questo piccolo progetto di sostegno ai migranti di passaggio da Oulx, guidati da una chiamata alla responsabilità che don Ciotti spesso ricorda “Non possiamo essere cittadini a intermittenza, troppa gente che si commuove ma non si muove. ” Quell’umanità in cammino silenziosa e discreta che ogni giorno tenta di attraversare il confine viene sostenuta, ogni giorno, da una rete di cittadini comuni, volontari, associazioni altrettanto silenziosa e discreta che, con continuità e perseveranza isponde a quel principio – conclude Paola Paniè portavoce delle cuoche ribelli di Trofarello – Una responsabilità civile che si traduce non solo in azioni caritatevoli per soddisfare i bisogni primari nei confronti dei più deboli ma nella rivendicazione della giustizia sociale perchè pari diritti possano essere garantiti a tutti i cittadini del mondo, primi tra tutti il diritto alla vita e alla libertà di movimento».

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