Tutto tace sull’ospedale, Cavaletto riflette e parla

CENTRO – E’ un fiume in piena Marco Cavaletto sulla questione del nuovo ospedale di cui non si parla più da settimane. Parla a nome proprio e non in nome del gruppo Noi di cui è consigliere comunale. «Da qualche settimana non si sente più discutere sulla collocazione dell’ospedale della ASL TO5.
Eppure ne avremmo enorme necessità poiché i tre nosocomi di Carmagnola, Chieri e Moncalieri dimostrano la loro inadeguatezza strutturale (nulla togliendo alle qualità del servizio offerto da medici ed operatori sanitari)
– esordisce Cavaletto – Non se ne parla non tanto perché i comuni non siano d’accordo sul luogo ove realizzare la nuova struttura quanto sul fatto che non vi sono i quattrini necessari a realizzarla.
Ed è su questo punto che occorrerebbe avere una unità di intenti più forte e determinata. La politica fatta sul territorio da partiti e movimenti langue: non c’è unità di intenti.
In questo quadro occorre vedere dove siano le reali inefficienze: la Regione Piemonte da molto tempo ha abdicato al ruolo di coordinamento basato sulla programmazione, non sapendo bene cosa fare e come fare; ha deciso di non decidere lasciando da molti anni i territori in balia di loro stessi. L’incapacità dell’Assessorato regionale alla Sanità (prima con Saitta ed oggi con Icardi) nel trovare soluzioni insieme con la ASL TO5 ha determinato l’attuale situazione di stallo. Non solo, ma la situazione si è persino aggravata.
Infatti, oltre agli ospedali di cui si sta parlando da anni (ASLTO5 e ASL Verbano) e che sono i più urgenti (persino in una graduatoria nazionale e non solo regionale), che attendono da più anni, Icardi ha aggiunto quelli del Canavese, di Alessandria, di Savigliano-Fossano…
La Regione ha buon gioco a cavalcare le diatribe localistiche sul dove ubicare le struttura, ma in realtà si tratta di un gioco perverso le cui ricadute negative si ripercuotono sul nostro territorio.
La Regione non fa, e non da oggi ma da almeno 20 anni, il suo dovere di Ente di Programmazione. E per non far vedere le proprie manchevolezze essa “promuove” discussioni tra sindaci, operatori locali, associazioni pro o contro le opere da realizzare perché si pongano in lizza come se fossero tornei di Tiro alla Fune
– continua il consigliere – Per quanto riguarda l’ASLTO5, per anni abbiamo creduto che quest’ospedale poteva sorgere in adiacenza alla zona industriale della Sanda-Vadò a Moncalieri, poi più recentemente Icardi ha tirato fuori dal cilindro una relazione dell’IRES che, tenendo conto di una serie di parametri, ha dato indicazione per un’altra area in comune di Cambiano.
Quindi, mentre tutti gli occhi degli amministratori, degli operatori, dei medici sono stati puntati in questi anni sul luogo dove doveva sorgere il nuovo ospedale, quasi nessuno si è posto l’interrogativo: ma con quali denari faremo questo ospedale?
Molte perplessità dovrebbero sorgere su questo interrogativo: la giunta Chiamparino ha utilizzato le risorse del capitolo di bilancio regionale necessario per le progettazioni ospedaliere per cui oggi non vi sono nemmeno i denari necessari per progettare l’opera. Sia Chiamparino-Saitta sia Cirio-Icardi hanno quindi pensato di ricorrere ai fondi INAIL. Ma se si scorre il piano triennale di investimenti dell’INAIL, ai cui fondi la Regione vorrebbe fare ricorso, si potrebbe verificare che non vi è la capienza necessaria per tutte le opere contenute in elenco.
Infatti, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24/12/2018 ha dichiarato valutabili, nell’ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL, le iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria quali i nuovi presidi ospedalieri previsti per l’ASL TO5 DEA di I Livello e per l’ASL VCO DEA di I Livello; ma si dovrà tener conto di una ulteriore comunicazione (8 ottobre 2020) trasmessa dalla Regione Piemonte al Ministero della salute avente ad oggetto “Ricognizione iniziative nel campo dell’edilizia sanitaria ai sensi del D.L. n. 162 del 2019, coordinato con legge n. 8 del 28 febbraio 2020”, nella quale sono stati richiesti altri interventi, per un totale complessivo di euro 1.285.000.000.
Questa “diluizione” (dai primi 2 a 8 ospedali) non può agire a favore della immediata disponibilità finanziaria per i primi due che nel frattempo (almeno per l’ASL TO5) continuano a non avere indicazioni certe sul luogo definitivo dove realizzare il nosocomio.
Ecco i nuovi ospedali che la Regione intende realizzare:
presidio ospedaliero DEA di I Livello nell’ambito saviglianese – ASL CN1;
presidio ospedaliero DEA di II Livello nella Città di Cuneo – AO S. Croce e Carle di Cuneo;
presidio DEA di I Livello nella Città di Torino – ASL Città di Torino;
presidio ospedaliero DEA di I Livello nell’ambito eporediese – ASL TO4;
presidio ospedaliero DEA di I Livello nella Città di Vercelli – ASL VC;
presidio ospedaliero nella Città di Alessandria DEA di II Livello – AO SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria;
Ovviamente le risorse dell’INAIL non sono infinite: dal Piano Triennale degli Investimenti dell’INAIL vi sarebbero disponibili circa 400milioni di euro per ciascuno dei tre anni (2022-2024) nemmeno sufficienti per i primi due ospedali
– argomenta Cavaletto – Ma si tenga conto che il numero delle istanze provenienti all’INAIL da tutta l’Italia è enorme e queste somme disponibili devono servire, oltre che per l’edilizia sanitaria, per progetti di edilizia scolastica (per la messa in sicurezza degli edifici scolastici – cosiddetta “BUONA SCUOLA”), per il potenziamento dei livelli di sicurezza delle strutture scolastiche e per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, compresi i Poli per l’Infanzia.
Vi sarà poi una linea di finanziamento per le regioni meridionali per il ripristino di edifici scolastici nei comuni con meno di 5000 abitanti.


Infine l’INAIL deve anche mettere a disposizione con le risorse di cui abbiamo fatto cenno alla ristrutturazione degli edifici che ospitano gli uffici dell’Istituto ad Ancona, Catanzaro, Palermo e Genova. Infine, parte di queste risorse sono ancora destinate al settore termale e alberghiero termale.
Quindi nel momento in cui si sta discutendo se insediare l’ospedale a Cambiano, Moncalieri, Villastellone, in Regione una forza trasversale a quasi tutte le forze politiche discute sulle possibilità offerte dalla Regione di avere nuovi ospedali nel Canavese, ad Alessandria o a Fossano.
La questione vera è che non ci sono i denari sufficienti per fare anche solo un ospedale. In assenza della Programmazione (quella con la P maiuscola) vince chi tira più forte la fune…
Nella giunta regionale Chiamparino, le risorse per l’ospedale della ASL TO5 erano previste in parte nel bilancio regionale ed il progetto si sarebbe potuto realizzare con il cosiddetto project financing (risorse di Stato, Regione, e private per la realizzazione di servizi non direttamente ospedalieri), procedura complessa e non certamente semplice per le nostre istituzioni.
Ma la stessa giunta optò per i finanziamenti INAIL che in quel momento sembrarono più facili da ottenere (e la conseguenza negativa fu che le risorse per le progettazioni di quegli ospedali vennero dirottate altrove).
Purtroppo a giugno 2022 la situazione è questa – conclude Cavaletto – da un lato sui territori ci si accapiglia per ottenere la migliore localizzazione dell’ospedale ma dall’altra sappiamo che le possibilità vere di finanziamento sono sempre più aleatorie. Forse i comuni del territorio dovrebbero agire con maggiore determinazione e coesione per indurre la Regione a scegliere i primi due ospedali (ASLTO5 e Verbano), concentrare le energie per raggiungere questo importante obiettivo e chiedere alla Regione di interrompere questo atteggiamento attendista e dannoso»
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