«Se un giorno un sistema sociale fosse in grado di inglobare al suo interno ogni forma di critica nei propri confronti così da farla risultare come un’innocua parte integrante di sé e riuscisse a relegarla in piccoli spazi concessi di protesta legalizzata facendoli percepire come atti normali e come vera espressione di libertà, ecco che quel sistema sociale si sarebbe costruito un potente scudo autoprotettivo – commenta Lorenzo Papapietro – Il punto è che quel giorno è il presente in cui viviamo. L’attuale sistema sociale, pieno di contraddizioni, non è affatto sprovvisto di strategie per fronteggiare il dissenso».
Al caffè filosofico di questa settimana sarà quindi possibile confrontarsi su un argomento di estrema attualità.
Lo sciopero per esempio è diventato una normale pratica amministrativa prevista di semplice decurtazione della paga giornaliera; i cortei ammansiti possono sì svolgersi ma nei margini legalizzati e con la scorta e il presidio delle forze armate che ne controllano lo svolgimento.
Insomma si può manifestare dissenso, certo, ma sempre entro certi limiti, senza che si possa mai toccare lo status quo.
Ma questa è ancora manifestazione di dissenso?
La protesta rischia così di diventare un mero atto igienico con cui ognuno si mette a posto (per un dì) con la propria coscienza per poi tornare il giorno dopo alla vita di tutti giorni.
Qual è il valore della libertà di parola se si traduce in una mera emissione simbolica di suoni legalizzata invece di concretizzarsi in cambiamenti reali?
E che cos’è una critica sociale? Come dovrebbe porsi uno Stato nei confronti del dissenso delle persone che lo abitano?
Il tema è molto importante e merita una riflessione approfondita: è quello che si cercherà di fare insieme durante l’incontro condotto dal filosofo Lorenzo Papapietro.
L’appuntamento è per questo venerdì alle 18.00 alla Caffetteria san Giuseppe.
Per informazioni o per proporre nuovi temi è possibile scrivere a proposte.di.filosofia@gmail.com oppure a 3395290351.