Volontari Cri come gente comune

CENTRO – Una serie di interviste dedicate ai volontari della Croce Rossa. Il primo protagonista che racconta la propria esperienza è Rosalba Monastero. «Nata a Palermo qualche anno fa e volontaria dal 2018 grazie a mia nipote. Beh, diciamo che è stata lei a spingermi in questa direzione dal momento che, in quel periodo, avevo tante pause lavorative. Troppe a dire il vero. Sono sempre stata una grafica pubblicitaria da che ne ho memoria, abituata a ritmi frenetici e insostenibili (oltre ad avere a che fare con ”pazzi creativi”), pertanto il calo di lavoro dovuto alla riduzione dei budget annuali ha inciso parecchio.
“Dai zia, andiamo a iscriverci alla Croce Rossa. C’è un corso a Trofarello che inizia proprio tra poco.” Croce Rossa?? Trofarello?! Ma che … Boh, andiamo. Sinceramente non sapevo nemmeno io cosa aspettarmi da questo corso ed ero davvero titubante. Credo che ogni volontario abbia una motivazione propria che lo spinge a iscriversi. Io volevo solo vivere una nuova esperienza. Solo più avanti ho capito che volevo diventare un Soccorritore, fare parte di un gruppo che agisce in contesti diversi e con attività di ogni tipo. Quindi eccomi qua. Mia nipote ha terminato dopo il primo corso, io sono ancora qui che faccio corsi, aggiornamenti, altri corsi … ed ho partecipato pure alle Gare Nazionali di 1° soccorso (gran bella soddisfazione!! Chi l’avrebbe mai detto alla mia età di vincere un premio!). Certo le prime uscite non sono state uno spasso. La tachicardia era una costante, ma sapevo di potercela fare e per me era molto importante dedicare parte del mio tempo libero a fare qualcosa di gratificante. Per me, per gli altri. Oggi sono in pensione e NO, non faccio la spesa al mercato col carrettino, non passeggio con le mani dietro la schiena e non vado a vedere gli scavi dei cantieri. Sono una volontaria di Croce Rossa e questo mi fa stare bene».

Qualche domanda a Rosalba:
Leggendo la tua presentazione salta agli occhi la tua curiosità e la tua voglia di nuove esperienze, essere in CRI ti è stato d’aiuto?
A questo punto le si illuminano gli occhi e il suo viso diventa più sorridente che mai. “Sì!” è la sua decisa risposta
. “Frequentare il corso mi ha aperto un mondo nuovo, come tutti pensavo che essere volontaria CRI mi avrebbe insegnato a soccorrere fisicamente le persone durante le emergenze, ma da subito ho capito che sono molteplici i campi in cui posso aiutare. L’esperienza che mi ha più colpito e che ha dato una svolta al mio modo di agire è stata la prima uscita come UDS (unità di strada). Lì ho capito che non erano solo i corpi a dover essere soccorsi, ma l’aiuto più consistente doveva essere psicologico: bisogna essere, pensare, diventare per un attimo come loro. Empatia! Ecco questa è stata la mia conquista come CRI e cerco in ogni mio servizio di mettermi in sintonia con chi ho davanti”.
Leggo anche che, dato il tuo lavoro, sei sempre stata a contatto con colleghi dai ritmi diciamo fantasiosi, l’essere in CRI cosa ti ha dato da questo punto di vista?
«Mi ha chiarito e aiutato a mettere meglio in pratica il lavoro di squadra: bisogna muoversi con tante mani, ma in sincronia e con una sola testa. È stato appagante, la squadra come continuità del mio agire e la preparazione per i Giochi Nazionali (emozionanti, difficili, ma bellissimi a livello di apprendere competenze e modi migliori di agire) sono stati una grande ricchezza». Lascio Rosalba sorridente e serena e confermo sì, lei sta veramente bene in Croce Rossa.
Per saperne di più scrivi a sviluppo@critrofarello.it. o telefona al numero 011-6499588.

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