Da “La Città” una nuova strategia commerciale per risvegliare le attività

Si può tranquillamente affermare che settembre contenda a gennaio lo scettro di primo mese dell’anno, nel senso che le vacanze estive rappresentano contemporaneamente una sorta sia di traguardo che di punto di partenza per nuovi buoni propositi e nuove iniziative.
Noi de “La Città di Trofarello” non veniamo meno a questa regola!
Proprio un anno fa abbiamo iniziato ad incontrare ogni settimana i commercianti e gli artigiani di Trofarello, certamente per proporre la presenza dei loro spazi pubblicitari sulle nostre pagine, ma anche e soprattutto per parlare dei problemi e delle opportunità delle loro attività.
I settori sono diversi, le storie personali e professionali anche, come testimoniano i diversi articoli a loro dedicati che abbiamo presentato periodicamente sul nostro giornale.
Imprese nate da una lunga gavetta, imprese sorte grazie agli strani disegni della vita, imprese sbocciate per realizzare un sogno giovanile. In ogni caso, si tratta di eccellenze assolute, che attraggono clienti da un territorio molto più ampio di quello trofarellese. Anzi, proprio i trofarellesi, in molti casi, arrivano a conoscere queste imprese tramite le pagine del nostro giornale, che accende la curiosità di molti lettori che si avvicinano poi, di persona, ai negozi dei quali hanno letto la storia su La Città.
Un successo che ci fa molto piacere, sia perché dimostra la diffusione de “La Città di Trofarello” e la fiducia dei cittadini nel nostro giornale, sia perché la crescita del commercio e dell’artigianato della nostra città non può che giovare a tutta la comunità.
Chi attraversa una qualunque città si fa un’idea del benessere del luogo guardando i negozi e le loro vetrine. Una città con molti negozi aperti, curati, luminosi, con clienti che entrano e che escono in continuazione si racconta come una città viva, vivace, ricca di opportunità, di benessere, di cordialità e di servizi per i cittadini. D’altro canto, una città in cui abbondano le serrande abbassate, le insegne spente e dove i pochi negozi aperti semideserti ci parla di un clima generale di declino, di crisi e, anche, di poca sicurezza.
Quest’anno ha visto il nostro giornale lavorare con i negozianti in qualità di partner. La frequentazione ci ha permesso di ottenere l’amicizia di molti commercianti ed artigiani e ci ha consentito di capire che due sentimenti li accomunano quasi tutti, in modo trasversale rispetto ai settori merceologici ed alle normali differenze individuali.
Il primo sentimento è quello della solitudine. I commercianti e gli artigiani a Trofarello sono molti, spesso hanno rapporti di buon vicinato nella propria via o nella propria piazza, talvolta l’amicizia personale li lega ad altri commercianti. Tutti, però, hanno la consapevolezza che manchi un coordinamento, un soggetto collettivo che li ascolti e ne unisca e rafforzi le voci.
Il secondo sentimento è quello della sete di idee. Dopo un anno di uscite pubblicitarie, di articoli redazionali, di cronache sulle iniziative che vedono coinvolti i commercianti con le istituzioni locali, la domanda è “Cosa possiamo fare di nuovo?” La domanda non esprime scontentezza, anzi! Esprime il bisogno di nuove e diverse strategie commerciali, meglio ancora se costruite in comune con altri negozianti, perché si sta sempre più facendo strada la consapevolezza del fatto che da soli non si va molto lontano.
E’ la collaborazione la nuova sfida del commercio di vicinato e dell’artigianato locale, che devono combattere sia con la crisi economica che con la pressione, a volte quasi insostenibile, dei grandi centri commerciali e, per alcuni prodotti, del commercio via internet.
Il nostro giornale ha deciso di raccogliere questa sfida, ideando uno strumento che sarà realizzato nelle prossime settimane e che ha l’obiettivo di rispondere alle richieste emerse in quest’ultimo anno. Uno strumento che, in fondo, riprende lo stesso spirito del nostro giornale: contribuire a mantenere viva e vivace la nostra città, evitando che il silenzio la faccia addormentare su se stessa.

Davide Roccati