Il comitato per l’ospedale nell’area Elia presenta il progetto alla città

CENTRO – Il comitato per l’ospedale nell’Area Elia ex Besenzoni e Ferraresi, esce allo scoperto e presenta ufficialmente il progetto. L’appuntamento è venerdi 22 gennaio alle ore 20,30 presso il centro culturale Marzanati. «Speriamo che vi sia una importante partecipazione di pubblico – commenta il portavoce del costituendo comitato Mario Cassardo – I partiti e le formazioni politiche hanno dato la loro disponibilità a partecipare ma il nostro vuole diventare un movimento popolare». Ma vediamo un po’ di storia nell’attesa dell’incontro di venerdì con Marco Cavaletto che ha deciso di sposare la causa dell’ospedale nell’area a cavallo tra Trofarello e Cambiano. «L’impianto fu costruito negli anni ’70 dalla società Besenzoni e Ferraresi. La società ha operato inizialmente per la spedizione via ferrovia di grandi casse contenenti parti di auto e per lo stoccaggio di auto finite di marca FIAT prodotte negli stabilimenti dell’area torinese di Rivalta, Mirafiori e Chivasso. L’area era infatti dotata di un raccordo ferroviario collegato alla stazione di Cambiano/Santena che consentiva la ricezione contemporanea di tre treni completi. Dalla fine degli anni ’80 sino al 1993 restò praticamente inutilizzato e nel 1994 fu acquistato dalla F.lli Elia SpA che, tramite la sua controllata Elia Centro Servizi SpA, procedette all’acquisizione di un ramo di attività di Fiat Auto riutilizzando a pieno l’impianto che venne nell’occasione ristrutturato e dotato di reti anti-grandine. Il ramo acquisito portò ad un’occupazione totale di circa 100 addetti ed era relativo alla preparazione delle auto per la consegna finale con deceratura, pulizia, targatura per l’utilizzo di grandi flotte (ENEL, ENI, TELECOM, AUTONOLEGGI) – continua Cavaletto – Tale attività proseguì fino al 2003 momento in cui Fiat Auto decise di riportare nuovamente all’interno l’attività di preparazione alla consegna. Dal 2004 non esiste più alcuna attività». Quindi quella potrebbe essere l’area idonea che cerca la Regione? «In una prima valutazione si è riscontrato che l’area corrisponde alla media del baricentro geografico e della densità di popolazione definita dall’utenza diretta dell’ ASL TO5 – commenta Cavaletto – L’area industriale in oggetto è situata sul confine dei comuni di Cambiano e Trofarello. Dal punto di vista dell’accessibilità veicolare essa è ben collegata alla Tangenziale Sud di Torino (svincolo Vadò) e alla Strada Statale. Una superficie complessiva di circa 150 mila 439 metri quadri. L’immobile è attualmente caratterizzato da estese superfici pavimentate e da alcune costruzioni. L’area sotto l’aspetto urbanistico è destinata ad impianti produttivi compatibili con la Residenza, benché sia interessata da due piani regolatori diversi, può ospitare fino a 46 mila mq di superficie coperta ad attività industriali anche suddivisi in differenti lotti mediante l’approvazione di uno strumento urbanistico esecutivo. Di recente si sta valutando l’utilizzo a servizi che la norma ammette sempre tramite semplice variante urbanistica non strutturale. Anche dal punto di vista delle distanze dai principali assi di comunicazione sembrerebbe essere l’area migliore. Lo svincolo Vadò dista solo circa 3 km. Lo svincolo tangenziale di Santena a circa 2 km. Il servizio ferroviario metropolitano Gtt con il collegamento Rivarolo Torino Porta Susa, la linea per Asti e Carmagnola sono vicinissime. Inoltre non bisogna dimenticare che rispetto agli attuali ospedali la collocazione dell’ospedale unico in quella zona risulterebbe assolutamente baricentrica. 6,5 Km dal Santa Croce di Moncalieri. 8,5 Km dall’ospedale di Chieri. 15 Km da quello di Carmagnola. 8,5 Km dai confini con Nichelino».


Una buona notizia anche per il passaggio a livello. «Come è già stato evidenziato da qualcuno, il posizionamento dell’ospedale in questa zona potrebbe finalmente offrire alcuni benefici indiretti al comune di Trofarello; tra questi, sicuramente l’eliminazione del passaggio a livello sulla Chieri Rivarolo; infatti, abbiamo sentito gli esperti di INFRA-TO che ci hanno assicurato che una eventuale scelta in questa zona consentirebbe loro di promuovere lo spostamento verso est di una parte del sedime ferroviario, con il conseguente interramento di alcune decine di metri di binari, la realizzazione di un tunnel sotto la via Torino, prima di penetrare nel comprensorio oggetto dell’intervento che già si trova alcuni metri sotto il cosiddetto piano di campagna. Ciò consentirebbe di realizzare una fermata del treno GTT con la possibilità per chi viene da Moncalieri (e da Trofarello) per visite o esami di poter arrivare all’ospedale in treno, ma soprattutto lo permetterebbe ai chieresi. Sarebbe un caso più unico che raro di un ospedale servito persino da un treno». Ma Cavaletto, le altre soluzioni fin qui proposte non avrebbero tutti questi elementi positivi? «Forse ne avrebbero altre – conclude Cavaletto – Sul tappeto vi sono altre ipotesi: la zona Sanda Vadò che interessa molto alla Montepo e al comune di Moncalieri, l’ex stabilimento STARS di Villastellone, (ubicato forse in una zona non facilmente raggiungibile ad esempio dai nichelinesi) e Santena alle spalle della zona industriale».

Roberto D’Uva

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