Slot e gratta e vinci distruggono il commercio

images-3CENTRO - Il matematico e statistico Bruno de Finetti lo definiva brutalmente “la tassa sugli imbecilli” mentre Camillo Benso conte di Cavour affermava che era l’unica forma di tassazione volontaria. Parliamo del gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo è sempre esistito e corrisponde ad un bisogno primario dell’uomo: quello, appunto, di giocare, di sperimentarsi anche in attività aleatorie, in cui abilità e strategia non contano nulla ma dove tutto è demandato al caso, appunto all’alea.
Oggi, però, questo bisogno umano è sfruttato dalle aziende concessionarie e dallo Stato italiano, facendo diventare il territorio della nazione un unico Casinò diffuso. Mentre fino a non molti anni fa le slot machine erano presenti solamente nei quattro Casinò italiani, ora in Italia sono presenti ovunque, tanto da far arrivare il Bel Paese a raggiungere numeri poco invidiabili: un quinto del fatturato dell’azzardo nel mondo è realizzato in Italia, e qui da noi sono presenti 420.000 “slot machine”, contro le 852.000 presenti in tutti gli Stati Uniti.
E Trofarello?
Se il Bel Paese è protagonista nel mondo, Trofarello fa la sua parte, con numeri importanti. Il fatturato del gioco d’azzardo nel paese dell’amarena fa impallidire quasi tutte le realtà commerciali ed industriali locali con i suoi 15,6 milioni di euro giocati nel 2015 (stima su base dati regionale). 15,6 milioni di euro in un anno significano 1.425 euro a persona, inclusi i neonati, 27€ ciascuno ogni settimana, tutto l’anno. Oltre 400€ al mese per una famiglia di 4 persone. Come avere un mutuo o un affitto in più. E’ vero che in questa cifra sono comprese le vincite, ma chiunque sorseggi un caffè o acquisti una marca da bollo può osservare facilmente come la maggior parte delle vincite vengano immediatamente rigiocate: chi vince 2€ con un gratta e vinci da 2€, ritirerà la vincita in denaro oppure la “reinvestirà” nuovamente acquistando un nuovo gratta e vinci? Così come chi vince una manciata di monete alle slot machine…
Le occasioni poi non mancano: sono 14 i locali trofarellesi in cui sono presenti slot machine o le più moderne e pericolose VLT (videolottery). Ma non scherzano neppure i gratta e vinci, il lotto ed il superenalotto e le scommesse sportive, che si possono ritrovare in molti altri luoghi. il gioco online, su internet, poi, è per definizione diffuso: tutti i computer, i tablet e gli smartphone collegati ad internet possono diventare un piccolo casinò portatile.
Un fiume di denaro che rappresenta una grandissima fetta dell’economica trofarellese. Nel 2014 la somma dei redditi dei trofarellesi è stata di circa 170 milioni di euro: questo significa che quasi il 10% del totale del reddito finisce nel gioco d’azzardo. Una cifra enorme che, incanalata nella normale economia, potrebbe creare benessere e posti di lavoro: fatturare 15 milioni di euro significherebbe garantire una tranquilla sopravvivenza di un numero di negozi di vicinato probabilmente superiore ai 100.
Cavour parlava di “tassazione volontaria”: se leggiamo le previsioni delle entrate del comune di Trofarello, osserviamo che il totale delle entrate previste dal 2015 al 2017 per l’addizionale comunale IRPEF e l’IMU ammontano a “soli” 7.164.000€! Cosa potrebbe fare un comune con quei quattrini? Sempre il nostro Comune per il 2015 aveva previsto a bilancio sotto la voce “Scuola materna” poco più di 1.100.000€.
Cosa dice la legge
Cosa fare a proposito? La Legge regionale n. 9 del 2 maggio 2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” all’articolo 6 stabilisce che “I comuni, per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica, nonché di circolazione stradale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, dispongano limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite gli apparecchi … per una durata non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto, all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse, degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici od aperti al pubblico …” Inoltre, l’articolo 5 afferma che è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovano ad una distanza non inferiore ai 500 metri per i comuni con oltre 5000 abitanti da luoghi quali, ad esempio, istituti scolastici, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, istituti di credito e sportelli bancomat, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, compro oro, stazioni ferroviarie, strutture operanti in ambito sanitario.
La legge appare chiara, ma la sua applicazione? Secondo Paolo Jarre, direttore del Dipartimento delle dipendenze dell’Asl To3, oltre 1100 Comuni ancora non hanno provveduto al rispetto della Legge, pur essendo scaduto il termine dei 90 giorni. “Tra di essi sicuramente una grave nota di demerito va a quelli sopra i 10 mila abitanti”, fra cui rientra Trofarello. Allora per ora la difesa passa, per ora, solo dalla capacità di ciascuno di informarsi circa i pericoli del gioco d’azzardo e quanto sia improbabile vincere. Nel loro testo “Fate il nostro gioco”, i matematici torinesi Paolo Canova e Diego Rizzuto elencano dieci eventi in base alla loro probabilità che essi accadano. Eccone alcuni: Fare testa tirando una moneta: 1 probabilità su 2;
Morire in un incidente stradale: 1 su 20.000;
Soffrire di koumpounophobia, la fobia dei bottoni: 1 su 75.000;
Morire in un incidente aereo: 1 su 500.000;
Ottenere una scala reale massima servita a poker: 1 su 649.740;
Vincere il premio massimo giocando 2€ al Win for Life: 1 su 1.847.560;
Telefonare a casa di Gigi Buffon componendo un numero con prefisso 011: 1 su 10.000.000;
Fare 6 al SuperEnalotto: 1 su 622.614.630
Ricordiamocelo quando avremo voglia di vincere dei soldi “facilmente”: meglio tenerci i soldi e… al massimo telefoniamo a Gigi per chiedergli una maglia con autografo.                      Davide Roccati

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