Il Covar prende la parola sulla piastra ecologica chiusa e poi riaperta. Napoletano fa chiarezza

OLTRESTAZIONE – Il pasticcio sul presunto inquinamento elettromagnetico ha fatto sollevare un coro di reazioni e commenti sull’operato di Comune e Covar. Per vederci chiaro e dipanare la matassa La Città ha intervistato Stefano Napoletano, consigliere comunale di maggioranza e vicepresidente del Covar 14. Dottor Napoletano può fare un po’ di chiarezze su quello che è successo all’area ecologica di Trofarello? «Le linee guida di buone prassi pubblicate dalla commissione europea nel 2016 hanno indotto anche il covar ad effettuare una valutazione specifica dei campi elettrici ed elettromagnetici sui luoghi di lavoro – esordisce Napoletano – Il centro di raccolta di Trofarello presentava una situazione sui generis: una commistione di campi prodotti sia dal traliccio di alta tensione che dalla centrale di trasformazione. Sulla scorta di una prima relazione, dalla quale emergeva un rischio non trascurabile per i lavoratori e la popolazione che si recava nell’ecocentro, il Covar ha immediatamente commissionato una più precisa e specifica rilevazione ad hoc sul sito Trofarellese. Come la legge prevede, tale scritto, che presentava dati la cui esplicitazione non ci convinceva sino in fondo, è stato subito girato al Comune di Trofarello. Conformemente ai canoni del principio di precauzione il Sindaco credo si sia comportato in maniera impeccabile: egli è autorità di salute pubblica; dinnanzi a valori non rassicuranti si è preso l’onore di chiudere momentaneamente il centro di raccolta mettendo la salute dei cittadini al primo posto – continua Napoletano – Peraltro, tale condotta cautelativa, veniva consigliata dagli stessi tecnici del primo rilevamento». Quindi non si è trattato di eccesso di zelo? «Assolutamente no. Tale chiusura  ha inoltre permesso di procedere agli ulteriori rilievi in maniera più completa: se nella prima grossolana misurazione era stato preso come punto nodale quello più vicino alla fonte emissiva (a 500 cm), nell’ultima misurazione terminata venerdì sono stati rilevati 23 postazioni distribuite secondo una maglia regolare di 3×3 metri oltre che all’interno nel gabbiotto riservato ai dipendenti». Ci spiega come avete operato per fugare ogni dubbio? «In ogni postazione è stata effettuata la misurazione dello spettro del campo elettrico e dell’induzione magnetica, entrambi i valori sono risultati molto al di sotto dei limiti di tollerabilità previsti per legge: il massivo valore per il campo elettrico è risultato 600 V/m su 5000 v/m mentre invece l’induzione magnetica risulta pari a 45,3 mitroT su un limite massimo di 100 microT. Il valore massimo del picco ponderato si è attestato a solo 6,8 %. Una tale situazione di valori, corroborate in ultimo con l’utilizzo di apparecchiatura differente al fine di accertare la veridicità dei rilevamenti, evidenzia la conformità dell’area e l’assenza di pericolo per le attività limitrofe  come la sede della Croce Rossa – conclude il vicepresidente del Covar che venerdì ha presenziato tutto il giorno ai rilevamenti effettuati – Verranno altresì tolti i cartelli, affissi solo all’inizio della scorso settimana, che inibivano l’entrata al centro di raccolta ai portatori di pec maker e alle donne in gravidanza».

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