La chiesa dimenticata con l’albero nella navata centrale

CIMAVILLA – Ennesimo intervento di restauro conservativo manutentivo per la chiesetta di Santa Croce. Giovedì scorso infatti è stato benedetto il dipinto murale della facciata della chiesa che ha subito un intervento conservativo manutentivo. L’intervento è stato eseguito dalla pittrice accademica Luciana Pascetta, presidente della Confraternita di Santa Croce, che ha collaborato in equipe con la ditta di restauro dell’architetto Giorgio Auneddu Mossa, restauratore dei Beni Culturali. La storia della chiesa è legata alla nascita della Confraternita dei Batù o Disciplinati. «La fondazione della Confraternita risale al  maggio 1671 sotto il titolo di Santa Croce e patrocinio di San Giuseppe – spiega la Pascetta – Il numero dei confratelli crebbe a tal punto che si rese necessaria la costruzione di una chiesa sul terreno che il 18 aprile 1698 il conte Giambattista Vagnone donò proprio nella zona di Cimavilla. La chiesa venne  costruita con la collaborazione di tutti gli abitanti di Trofarello.

Fu eretta a pianta rettangolare absidata nella zona dove si dove vi è posto l’altare ligneo, e formata da un’unica navata voltata a botte e da due cappellette laterali a pianta quadrata. In quella di destra vi è collocato il Cristo deposto in quella di sinistra c’è un quadro che raffigura Sant’Anna. Vi erano poi anche due piccoli locali adibiti a sacrestia e ripostiglio di paramenti sacri. A coronamento della grande devozione alla Santacroce dei confratelli disciplinati vennero affidate ai confratelli alcune preziose reliquie del legno della croce di Cristo che sono custodite nella chiesa. Nel 1754 alla chiesa viene agigiunto il campanile. Per la sua costuzione venne istitutuito il gioco dell’archibugio» conclude la Pascetta. La chiesa molti anni dopo venne abbandonata. Negli anni ‘80 la sede dei Battuti appariva non utilizzata con il tetto caduto e molti ricordano l’esistenza di un albero che era scresciuto proprio al centro della navata principale. La chiesa venne completamente ristrutturata ad opera del parroco del tempo don Giovanni Griva che promosse una raccolta di fondi per mettere in sicurezza le mura e ripristinarne il culto.

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