Parchi, giardini e cimiteri chiusi: polizia e carabinieri contollano e denunciano

CENTRO – Parchi chiusi al pubblico ma anche panchine, sedute e tutto ciò che possa permettere intrattenimento sociale. Per finire coi cimiteri. è una delle ultime ordinanze a firma del sindaco Visca volte a contrastare la diffusione del Coronavirus. «L’interdizione al pubblico sarà in vigore sino al giorno 3 aprile incluso, salvo eventuali proroghe. Comprende tutte le aree verdi, i parchi, i giardini di proprietà pubblica, le piste ciclabili con annesso divieto di uso delle piastre sportive polivalenti delle attrezzature ludiche e delle aree gioco, nonché dei Cimiteri, sia quello capoluogo che quello presente in Frazione Valle Sauglio. Tanto per intenderci i giardini DI Via Morgari, i giardini e l’area cani presenti in via garibaldi, i giardini di Via Ley, l’area verde e l’area cani presenti in Piazzale Bruno Buozzi. E ancora il giardino Pininfarina, il giardino ed area giochi Via Vittorio Veneto Interno, il giardino di Via Nenni, il giardino Via De Gasperi, il giardino Via Torretta, il giardino vicolo Salzea, il giardino Via Trento. L’area giochi presente in Via Diaz Interno 8 – 16, il giardino di Via San Rocco, il giardino e relative panchine presenti in Via Galileo Ferraris. Chiusi anche i cimiteri di Via IV Novembre ed il Cimitero di Frazione Valle Sauglio sito in Via Umberto I. L’ordinanza prevede anche che l’accompagnamento dei cani per esigenze fisiologiche dell’ animale dovrà avvenire entro il raggio di 500 metri dall’abitazione del proprietario, senza assembramenti e mantenendo la distanza interpersonale di almeno un metro da altre persone. È vietato passeggiare e svolgere attività motoria ad una distanza superiore a 500 metri dalla propria abitazione, senza assembramenti e mantenendo la distanza interpersonale di almeno un metro da altre persone.
In caso di mancata ottemperanza agli obblighi dell’ordinanza vigili e carabinieri, organi di vigilanza che dovranno fare i controlli potranno provvdere alla denuncia ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale».

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