La volpe ed i sacrifici “comuni in Comune”

Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. «Ciao D’Uva. Come va?». Bene. Grazie… e tu? «Bene. grazie. Ma cosa stai facendo ancora qui in redazione. Non dovresti essere già a casa?» Mah, questa settimana ho deciso di fare quattro pagine. Sono arrivate un sacco di notizie e nonostante avessimo un carico pubblicitario abbastanza basso ho deciso di farlo uscire con una foliazione maggiore. Sai lo scopo di città non è solamente quella di far quadrare i bilanci. La nostra azienda ha una unica vera “mission” quella di informare i cittadini. Poi oggi che il comune rischia di dover pagare 4 milioni di euro di risarcimento per la causa dei quadri rovinati… mi ritengo anche fortunato. Se dividiamo la cifra per tutti gli abitanti. Ho un debito di soli 400 euro scarsi». «Porca puzzola. Non avevo calcolato questo problema in questi termini. Ho sentito che il sindaco chiuderà i rubinetti delle spese non indispensabili. Assicuràti solo i servizi essenziali, gli stipendi dei dipendenti comunali ed i servizi scolastici». Già, è un atto dovuto. «Senti ma secondo te anche gli assessori che godono già di altre entrate potrebbero essere intaccati da un ridimensionamento del loro stipendio?». Ma non so. Non credo. Non farmi sempre domande imbarazzanti. «Beh sarebbe giusto. Il sindaco l’ha detto. Siamo chiamati tutti a dare il nostro contributo. Tutti, nessuno escluso. Tu per esempio questa settimana hai fatto il giornale in perdita. Io rinuncio questa settimana a mangiare una gallina. Vediamo se qualcuno rinuncia ad un gettone di presenza. Sarà anche poco ma è un gesto per dare l’esempio e tirare tutti la cinghia». Ma quanto è saggia la mia volpe.

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