La “Chiesa” di Francesco vuole cambiare, la “chiesa” di provincia resta al palo

Le cose non capitano mai per caso. Sono un paio d’anni che invito don Sergio Fedrigo, il nostro parroco, ad avviare un cammino per la “pastorale dei separati”. Don Sergio ci sta pensando. Lo so. Ma poi tra i mille impegni non si è concretizzato ancora niente. Ed allora le mie aspettative di cattolico separato – che ha tentato di frequentare il gruppo famiglie con profonda delusione, per colpa di nessuno, ma semplicemente perché le famiglie di separati non sono famiglie comuni e non vanno trattate come tali – si sono arenate.
Poi qualche mese fa c’è stato un altro abboccamento da parte di don Sergio. «Vogliamo riprendere quel discorso della liturgia delle famiglie sui generis?» Mi chiede don Sergio. Ed io con il mio consueto ottimismo lo rassicuro sul fatto che gli scriverò qualcosa per portare avanti il discorso. Ma poi mi areno.
Tra giornale, corsi di formazione, attività editoriale e bambini, metto in un cassetto e congelo il discorso.
Ho bisogno di uno stimolo più grande. Di un intervento che mi spinga e mi faccia venire la fame. Ed ecco che quel segno che aspettavo mi arriva da un fatto che mi fa rabbrividire e indignare al contempo.
A fornirmi questa molla è un misero pretucolo di campagna che, in barba alle parole di apertura di Papa Francesco, durante la distribuzione dell’Eucarestia alle ospiti di una casa di riposo del più sperduto paesucolo della provincia di Cuneo, mi nega la Comunione. Lasciandomi a bocca aperta mi sussurra che preferisce non farmi accostare al corpo di Cristo per le mie vicende matrimoniali. «Voglio prima parlarle» mi dice, ma dopo Messa scappa.
Io, il più barbaro dei peccatori, sbigottito per tanta arroganza mi rimetto al volere di questo piccolo testimone della parola di Dio. Grazie don Gabriele, oggi so che sto andando nella direzione giusta. Quella di Papa Francesco e non quella dei sacerdoti che la pensano come lei, destinati ad uccidere la Chiesa, quella con la “C” maiuscola. A presto don Sergio con la pastorale dei separati.

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