Stato di calamità naturale per gli 80 millimetri di pioggia e grandine caduti in 20 minuti

DSC01343CENTRO – Notte di paura e disagi   per una vasta  zona  di Trofarello. 80 millimetri di acqua mista a grandine in soli 20 minuti di temporale. Quella che viene definita una alluvione lampo che ha fatto chiedere alla Regione lo stato di calamità naturale. Un fiume in piena di acqua e ghiaccio dalla collina  il 29 agosto si è abbattuto sulla parte bassa del paese. Via Roma che si è trasformata nel letto di un fiume ha portato centinaia di metri cubi d’acqua in piazzale Europa, la stazione Ferroviaria, via della Conceria, la zona industriale che si allaga ad ogni forte temporale. «Siamo stati in giro tutta la notte e posso dire che si sono allagate numerose zone del paese – spiega Samantha Scalise referente della proezione civile per la Croce Rossa –   La stazione è stata per parecchie ore completamente inagibile. Così come le case dei ferrovieri di via Roma 69 e 71, quelle all’altezza della stazione ferroviaria, che si sono allagate completamente. I vigili del fuoco hanno lavorato fino alle 4,30 di martedì mattina con le idrovore. La corrente è saltata e le case fino alle 11 sono state senza corrente. Anche la zona Corea si è allagata, almeno 80 centimetri.  Siamo intervenuti a casa di una signora e l’acqua ci arrivava all’altezza del bacino. Via La Pira è ancora allagata. Nel piazzale Assietta un’auto è sprofondata dentro un tombino. Infine si è scoperchiato un capannone» conclude la Scalise. In via Torino molte cantine sono andate sott’acqua, 90 centimetri di acqua e fango. Parecchie caldaie sono state irriparabilmente danneggiate e dovranno essere sostituite.
«La situazione più preoccupante ora che è terminata l’emergenza è quella che persiste in via Piave dove il muro di contenimento della proprietà Ottolenghi ha spanciato di una ventina di centimetri – spiega il sindaco Visca – Ci è stato segnalato direttamente dalla proprietà. Abbiamo quindi emesso l’ordinanza prevedendo anche una viabilità alternativa, ripristinando Strada di Crose, che parte sotto il cimitero, così come potremmo utilizzare via S. Stefano, dove andrò a fare un sopralluogo, e strada Roccacatene». Quanto tempo sarà necessario per riaprire la viabilità? «Si prevede da 20 giorni ad un mese per ripristinare il muro. In settimana saranno eseguiti i carotaggi per poi proporre la soluzione al problema, probabilmente con l’utilizzo di pali in acciaio ricoperti poi di cemento armato». E sul fronte dei danni sugli edifici pubblici? «La grandine ha anche spaccato un gran numero di tegole alla materna La Pace. L’acqua è così filtrata all’interno. Dobbiamo fare un intervento d’urgenza, ma mi sento di rassicurare che la scuola sarà consegnata in tempo per l’inizio dell’anno scolastico. Altro grosso problema si è verificato alle scuole medie Leopardi, dove la grandine ha otturato tutte le caditoie del tetto. Otturandosi le caditoie delle grondaie l’acqua è entrata dentro buttando giù il 90 per centro dei controsoffitti. Questo ha fatto emergere anche un altro problema. Il controsoffitto era tenuto su con tecniche utilizzate una volta: il fil di ferro che oggi non è più ammesso, sostituito da tondino o bandella. Rifaremo quindi anche le controsoffittature. Stesso discorso si è riproposto  al secondo piano della scuola Rodari. Anche qui le caditoie si sono riempite ed è entrata l’acqua con il conseguente deterioramento dei controsoffitti. Alla Rodari anche la caldaia è stata completamente ricoperta dall’acqua e credo che non salveremo nulla di quel locale, se non i tubi». Ma come mai questo disastro? Dato per scontato l’eccezionalità e l’imponenza di questa alluvione lampo c’è qualcuno che ipotizza che sia starta colpa anche di una cattiva manutenzione dei tombini. «I tombini sono stati puliti all’80 per cento dalla ditta Blueco poche settimane fa. Ho la relazione ed i controlli. Ce n’erano ancora da pulire ma la maggiorparte dei tombini erano stati puliti. Si sono ostruiti per efffetto della grandine e delle foglie sminuzzate e ridotte in poltiglia che hanno fatto da tappo, allagando tutto. Gli unici tombini che hanno funzionato bene sono stati quelli a bocca di lupo che fanno il gradino contro il marciapiede. C’è da dire ancora che avevamo anche pulito il canale scolmatore solo il 13 agosto. Così come è stato pulito prima dell’estate dalla Regione il Rio Sauglio. Altro problema  è che non si sono attivate le pompe di svuotamento del sottopasso della Ferrovia, creando  un grosso volume d’acqua. Stiamo verificando di chi è la competenza del controllo di questo sistema di emergenza. Si tratta di un sistema che deve essere continuamente monitorato e collaudato. Per concludere qesta carrellata sull’emergenza nubifragio possiamo dire che se non ci fossero state la vasca di laminazione e le varie canalizzazione l’esito sarebbe stato molto peggiore. Non so neache se è possibile migliorare la situazione. Abbiamo chiesto allal Regione lo stato di calamità naturale. Anche perché la relazione degli uffici non è ancora arrivata. E’ un lavoro lungo che cresce di ora in ora a seguito di nuove domande di aiuto». Ipotesi sul costo dell’operazione? «Non meno di 80mila euro – commenta l’assessore al bilancio Maurizio Tomeo – ma anche questa cifra potrebbe essere destinata a crescere».

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