Il profeta della canapa spinge per riportare la coltivazione in città

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CENTRO - Coltiva il maiale dei vegetali per passione. Un esperimento fatto in un campo non troppo fertile, utilizzando poca acqua e nessun diserbante ma che vuole essere un apripista per i coltivatori di Trofarello e reintrodurre in ambito locale la coltivazione della canapa. Massimo Bertero, sposato con Anna e tre bambine, attivista del Movimento 5 Stelle, si è fatto portatore in città di un messaggio agricolo-ecologico-imprenditoriale. Un profeta della canapa. Una azienda familiare nel campo dell’allestimento di magazzini alle spalle per vivere e la passione per la vita all’insegna della natura e dei prodotti ecologici. Lo incontriamo nella cucina di casa mentre spadella con fegatini di  pollo, rigorosamente allevati a terra, senza mangimi artificiali e cipolle dell’orto. Dopo il soffritto, a pranzo pronto, ci accompagna a vedere il suo esperimento  con la canapa. Intervistiamo Massimo nel campo di proprietà in borgata Sabbioni. «Questa terra non è di pregio. Poco propizia alla coltivazione. Non mi aspettavo grandi risultati – spiega  Bertero – E per questo non ne faccio una questione economica. Due giornate di terreno utilizzate per fare questo esperimento. Certo è che gli agricoltori di Trofarello hanno terreni molto più fertili e propizi ad ospitare questo oro dell’agricoltura, definito il maiale dei vegetali per le numerose applicazioni di questa pianta che viene totalmente utilizzata, anche nelle parti che con altre coltivazioni produrrebbero scarti. La canapa è molto versatile. A Trofarello saranno 40 anni che non si coltiva. Qualche decennio fa veniva utilizzata per la realizzazione di corde.I vecchi agricoltori prima della lavorazione mettevano a bagno le piante, da cui avrebbero realizzato robuste corde, nel fiume Banna. Questo terreno povero prima veniva utilizzato a grano. Poi ho conosciuto Assocanapa che mi ha venduto il seme e dato il supporto per la coltivazione. Io non sono un agricoltore e quindi mi sono rivolto ad un terzocontista per la semina con la seminatrice idraulica della pianta e per la trebbiatura.  Il seme è stato poi rivenduto ad Assocanapa. Il problema è un po’ la trebbiatura perché la pianta viene molto alta rispetto al grano e al granturco e quindi occorrerebbe una trebbiatrice particolare che non c’è nelle vicinanze ed il cui spostamento in loco verrebbe ammortizzato con un raccolto di almeno una decina di giornate. Vorrei coinvolgere altri agricoltori che hanno dei terreni a convertire i loro terreni alla coltivazione della canapa. A primavera potremmo riseminare per fare un raccolto che produca una buona rendita – continua Bertero –  Per gli agricoltori è un vantaggio perché permetterebbe la rotazione che andrebbe a rompere la monocultura di grano e granturco a favore della fertilità della terra. La canapa non ha bisogno di diserbanti, non ha bisogno di essere irrigata, richiede pochissima concimazione, costa poco come gestione e soprattutto rende moltissimo. Il granturco viene venduto a 15 euro a quintale, il seme di canapa viene venduto a 180 euro a quintale». Reddito, rotazione e facilità di gestione della coltivazione quindi. Ma quali difficoltà ha incontrato nel realizzare questo primo esperimento? «Non è stato un grande successo. Ma ribadisco che questo è un terreno sabbioso e povero. Non ho concimato e non ho irrigato, oltre al fatto che la grandinata dei primi di settembre ha rovinato molto il raccolto. Su due giornate non potevo aspettarmi chissà quale risultato. Anche la trebbiatura me l’hanno fatta in amicizia». Ma quali sono gli impieghi della canapa? «L’Italia negli anni ‘40 era il secondo produttore mondiale, poi è stata criminalizzata perché associata alla Marjuana, boicottata dall’industria della plastica, ma con quest’ultima non ha niente a che spartire. Oggi si sta riprendendo questa coltivazione ma siamo lontani anni luce da quei risultati. Dalla canapa si può fare di tutto: dal seme si può realizzare olio, farina, cappotti isolanti per le case nella bioedilizia, fibre per tessuti». Chi volesse contattarla per aderire al progetto per la coltivazione della canapa? «Può contattarmi tramite telefono al numero 348 410 37 52.

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