La protesta degli abitanti di Cimavilla per la strada interrotta da oltre un mese

IMG-20161008-WA0000CENTRO – Isolati da un mese in casa propria. Un disagio non da poco quello che sta vivendo la popolazione di via Celle e via Piave che da un mese si è vista chiudere la strada di accesso. «Dal 29 agosto siamo costretti a fare un giro lunghissimo e molto pericoloso. All’inizio noi abitanti della borgata pensavamo fosse proprio una cosa di qualche giorno. Nessuno ci ha fatto caso. La chiusura della strada risale ad un mese fa, a seguito del violento nubifragio che si è abbattuto sulla città mettendo a mollo molte abitazioni della zona. Pensavamo fosse una chiusura di pochi giorni e quindi abbiamo cercato di aggiustarci. Poi ci siamo resi conto che la chiusura andava  per le lunghe – spiega Luciano Giglio – In pratica via Piave e via Madonna di Celle sono bloccate». Più di centocinquanta famiglie che vivono da un mese quasi isolate e costrette a fare un lunghissimo giro per giungere ai  rispettivi luoghi di lavoro, studio e vita. Così ora i cittadini non ce la fanno più e fanno saltare fuori il loro malcontento. «Nella zona ci sono una dozzina di attività agricole. Non sappiamo più come fare per raggiungere con i carri agricoli, le mietitrebbiatrici, le attrezzature, i campi e poi ritirarci nelle nostre aziende agricole. Non sappiamo più dove passare. Intanto non ci è stata data nessuna comunicazione ufficiale. Nessun preavviso, nessun cartello che annunciasse la chiusura della strada. Abbiamo trovato la strada chiusa senza indicazione  di una strada alternativa che peraltro è una sola: via Duca degli Abruzzi» commenta Giglio. «Anche la mancanza di una adeguata segnaletica all’inizio del viale che avvertisse della chiusura di via Piave, non è stato un buon servizio reso ai cittadini. Arrivi lassù e ti trovi la sorpresa – interviene Daniela Perissinotto –  Non c’è stata nessuna attenzione. Come se non contassimo niente. Cittadini dimenticati» aggiunge Giglio. «Non dimentichiamo che anche lo scuolabus non può più passare e quindi anche tutti i bambini che devono andare a scuola non possono più usufruirne. La gente è veramente seccata da questa situazione. A questo punto non si riesce neanche a capire quando abbia un termine. Ma parliamo della sicurezza. Ci è stato detto dal sindaco che questa chiusura è stata dettata da problemi di sicurezza. Ma alla fine questa situazione non tiene assolutamente presente il problema della sicurezza. La strada doveva essere riaperta il 1 ottobre per poi richiudere dal 9 al 14 per poi riaprire nuovamente. Ho chiesto di liberare una corsia per quei 30 metri. Richiesta negata per motivi di sicurezza. Ma via Duca degli Abruzzi che è l’unica strada che ci permette di raggiungere il centro cittadino, dovrebbe essere messa in condizione di essere veramente sicura. Si tratta di una strada che non ha alcun tipo di livello di sicurezza. Questa strada strettissima infatti è costituita da un primo tratto in discesa, da via Piave, con un margine franoso, è stretta, con le auto dei proprietari delle villette parcheggiate legittimamente al lato. Nessun tipo di guard rail, idoneo a proteggere da eventuali uscite di strada, l’asfalto già scende tutto crepato nella riva. In quel punto due macchine che si incrocino hanno dei problemi a passare, figuriamoci con un trattore rimorchio o peggio ancora una mietitrebbiatrice. Quella è una strada che può servire gli abitanti della zona. In questo momento c’è un traffico non indifferente. Dopo un centinaio di metri si arriva ad una curva a gomito senza visuale, senza specchi che ti permettono di vedere chi arriva da sotto e quindi pericolosissima. Si procede a passo d’uomo suonando il clacson. è un giro non indifferente da fare magari devi portare i bambini a scuola o sei in ritardo a lavoro e quindi vorresti fare un po’ veloce. Ma andiamo avanti sulla strada. Via duca degli Abruzzi è piena di buche. Per poi arrivare al budello quando la strada si innesta con via Vittorio Veneto. Un’altra curva a gomito con strettoia dove i più si vanno ad incastrare. Noi siamo rimasti incastrati con la mietitrebbia, con gli automobilisti dietro che ci hanno dato ogni genere di insulto. Quando c’è il mercato poi per arrivare in via Torino vai a finire quasi a Moriondo. Chi deve andare verso Chieri o Cambiano si fa un giro bestiale. Questa soluzione non è una soluzione sicura. Cerchiamo di sbloccare la situazione». Cosa proponete? «Si potrebbe arretrare i puntelli che hanno messo per sorreggere il muro. Non sappiamo quando la strada verrà riaperta».
Il sindaco Visca: «La strada dovrebbe essere riaperta a giorni. Doveva riaprire effettivamente il 1 di ottobre. Poi si sono verificate delle crepe nella parte superiore e quindi la riapertura della strada è stata annullata, Ma si tratta comunque di una questione di giorni. Il professionista ha sconsigliato la riapertura e la rimozione dei puntelli, minacciando di non assumersi la responsabilità su quello che sarebbe potuto accadere. Le accuse mosse sono ingiustificate ed ingiuste. Tutte queste parole per dover fare un giro un po’ più lungo. I cittadini hanno il modo di passare tranquillamente per raggiungere la parte bassa del paese. Ciò che afferma il signor Giglio non è assolutamente vero. Sono stati incontrati tutti gli agricoltori che hanno bisogno di passare con mezzi voluminosi. Altri agricoltori hanno messo a disposizione terreni per il passaggio di questi mezzi. L’unico soggetto che potrebbe aver avuto un vero danno è l’hotel Salzea perché i pullman non possono più raggiungere il locale. Se fosse successo un disastro come negli altri paesi, cosa avrebbero detto gli abitanti di Cimavilla? Il signor Giglio ragiona con una visuale molto ristretta senza pensare al rispetto delle persone che, oltre a soffrire un danno, vengono anche tartassate dai vicini che non riescono a comprendere.  È da elogiare che la proprietà si sia mossa, di propria volontà per cercare di mettere in sicurezza il muro di proprietà lesionato dalla pioggia. E’ naturale che sono necessari dei tempi tecnici. Di fronte alla responsabilità della proprietà Ottolenghi cosa facciamo? Le andiamo addosso? Per quanto riguarda la pericolosità della strada alternativa posso dire solo che quella è una strada da percorrere a 20 chilometri  all’ora. Hanno solo da andare piano. Forse il signor Giglio non riesce a spingere la sua Ferrari?»

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