Un viaggio con tre cammini per arrivare a commemorare la libertà

CENTRO – Organizzata dall’ANPI, sezione di Trofarello e dal Cai, sottosezione “Guido Ottone” di Trofarello, con il patrocinio del Comune, si terrà mercoledì 17 aprile, alle ore 21,00 presso il centro socioculturale Marzanati un incontro con i cittadini per dare inizio alla festa della Liberazione 2024 che culminerà con il tradizionale appuntamento in piazza Primo Maggio il 25 Aprile.
Sarà un incontro centrato sui racconti di Bruno Zaro raccolti nel suo libro “Pecore, vino e zafferano. Tre cammini, un unico viaggio lungo 160 anni”. Ad accompagnare l’incontro con l’autore saranno le letture dal libro di Severo Piergallini e le musiche e i canti di Roberto Dicosta.
Il Cammino dei Briganti è un percorso che si snoda tra la Val de Varri e la Valle del Salto in Abruzzo ed Alto Lazio, il Cammino dei Ribelli corre invece in Val Borbera nell’alessandrino, mentre la Via Franchigena si dipana lungo la Val Susa. Camminare per zone spesso abbandonate, spopolate, tra piccole frazioni e casolari isolati, significa incontrare persone, ascoltare storie. E questo è ciò che raccoglie pazientemente Bruno Zaro e ci riporta nel suo libro. Sono storie passate e presenti, di ribellione e di resistenza, di donne e uomini che non hanno abbandonato la propria terra, e di giovani che sono ritornati a coltivarla.
“Sono convinto che la ribellione sia un sentimento d’amore per la propria terra e la vita”, inizia così il libro, e prosegue “I ribelli ci sono sempre stati, in ogni epoca e in ogni parte del mondo, e non potrebbe essere diversamente: dove ci sono gli oppressi e le ingiustizie, ci sono loro”.
E le storie che l’Autore raccoglie corrono fino a metà dell’ottocento, quando in centro e sud d’Italia il brigantaggio fu la ribellione alle mancate promesse di rinnovamento e di libertà che l’unificazione dell’Italia aveva sollevato e immediatamente tradito. E sono storie di resistenza al fascismo e al nazismo, resistenza popolare, che si ribella all’oppressione, alla guerra, all’invasione di un esercito straniero. Ma sono anche le storie di chi oggi cerca di mantenere vivo il territorio, la montagna, di coltivare la terra ed allevare il bestiame in una maniera rispettosa della natura, ribelle a modelli di vita e a consumi piegati al profitto. Abitare, preservare, custodire la terra diventa così una nuova speranza di riuscire a ricostruire ciò che nella Resistenza tanti avevano sognato.
Pecore, vino e zafferano sono allora solo simboli di questa mappa di storie ed esperienze, che ci spingono a guardarci intorno in modo nuovo, perché il futuro può nascere se memoria e sogno si incontrano, perché la Liberazione che celebriamo il 25 aprile è storia ed insieme speranza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *